Zone rosse mirate per fermare varianti e focolai di contagi, a meno che la situazione non diventi troppo grave. Come successo in Sicilia da qualche giorno con Tortorici, che è stato "chiusa" fino al 15 febbraio
Zone rosse mirate per fermare varianti e focolai di contagi, a meno che la situazione non diventi troppo grave. Come successo in Sicilia da qualche giorno con Tortorici, che è stato “chiusa” fino al 15 febbraio.
Lo ha detto il direttore della Prevenzione del ministero della salute Gianni Rezza alla conferenza stampa sul monitoraggio settimanale.
“E’ meglio avere una regione gialla o arancione con zone rosse all’interno per contenere dei focolai dovuti magari a varianti piuttosto che avere un’intera regione rossa. Questo anche per preservare l’economia della regione”.
IL PERICOLO VARIANTI
“Le varianti hanno maggiore trasmissibilità, quindi dobbiamo fare presto a vaccinare. E’ una corsa contro il tempo cercando di coprire la popolazione rispetto sia al virus che circolando accumulano mutazioni e possono ridurre efficacia del vaccino”, ha detto Rezza.
“In una prima fase il piano dei vaccini prevede di coprire prima gli operatori sanitari per rendere libere da Covid le strutture ospedaliere e coprire le persone anziane. Dopo di che si procede a vaccinare gli over-80 e molte regioni hanno già iniziato.
Poi bisogna scendere con l’ètà e andare a vaccinare categorie prioritarie come insegnanti e forze dell’ordine. Il piano tiene conto dei vaccini disponibili e delle caratteristiche della popolazione”.
VARIANTI CONTAGIOSE NEI BIMBI
“A Chieti in Abruzzo è stata identificata la variante inglese che ha maggiore trasmissibilità ma per fortuna la risposta ai vaccini non è inficiata ma bisogna intervenire prontamente, anche perchè sembra possa infettare di più la popolazione pediatrica. Si stanno implementando zone rosse nei comuni colpiti”, ha continuato Rezza.
“In Umbria sembra ci sia la circolazione di 2 varianti, quella inglese e quella brasiliana. In 2 campioni inviati dall’Umbria è stata riscontrata la variante brasiliana e a Perugia sono stati identificati dei cluster ospedalieri. In restanti 40 campioni la variante brasiliana sembra aver circolato nei cluster ospedalieri. Sono state prese molte misure”.
LA CURVA SCENDE MA LENTAMENTE
“L’Italia rimane stabile rispetto agli altri paesi europei nell’andamento dell’epidemia. Nell’ultimo periodo in Italia c’è un decremento lentissimo, quindi sostanzialmente una situazione di stabilità”, ha detto il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro