Il 40% dei siciliani si trova a rischio povertà: peggio dell’Isola solo Campania e Calabria - QdS

Il 40% dei siciliani si trova a rischio povertà: peggio dell’Isola solo Campania e Calabria

Il 40% dei siciliani si trova a rischio povertà: peggio dell’Isola solo Campania e Calabria

Michele Giuliano  |
giovedì 24 Aprile 2025

Due milioni di persone vivono con mille euro al mese e non riescono a sostenere spese impreviste. Secondo l’analisi della Cgia il 14,4% dei poveri di tutta Italia risiede proprio in Sicilia

Quasi la metà dei siciliani si trova a rischio povertà o esclusione sociale. Circa due milioni di siciliani, il 40,9% del totale, si trovano a dover vivere con circa mille euro al mese o vivono in famiglie che non sono in grado di sostenere spese impreviste, sono in arretrato con il pagamento delle bollette o dell’affitto, non sono possono permettersi di riscaldare casa, di sostituire l’arredamento danneggiato o l’abbigliamento usurato, e nemmeno di possedere un’auto.

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Ancora, si tratta di famiglie che non possono permettersi momenti di svago, che sia una settimana di vacanza all’anno o mangiare fuori una volta al mese. I dati, relativi al 2024, sono stati prodotti dall’Eurostat ed elaborati dall’ufficio studi della Cgia, l’associazione degli artigiani e delle piccole imprese di Mestre.

Emergenza povertà per la Sicilia

La Sicilia si trova al terzo posto tra le regioni italiane, superata soltanto dalla Campania, dove la percentuale sale al 43,5%, e dalla Calabria, al 48,8%. L’emergenza povertà è ancora più preoccupante se si guarda alla media nazionale, che si ferma al 23,1%, oltre 13 milioni di persone. Ciò significa che circa il 14,4% dei poveri italiani risiede in Sicilia.

Il divario è ancora maggiore con le regioni che si trovano in alto alla classifica: in Trentino Alto Adige la popolazione a rischio povertà è “appena” l’8,8% dei residenti nella regione; subito sopra, l’Emilia Romagna, al 10,1%. Per macroterritori, il Sud segna la percentuale di persone a rischio di povertà o esclusione sociale più alta, parti al 39,8%, per circa 5,3 milioni di individui. Subito a seguire le Isole, al 38,1% per 2,4 milioni di persone.

I numeri scendono nettamente al Centro, dove ci si ferma al 19,9%, che si concretizzano in 2,3 milioni di persone. Quindi, il Nord Ovest, al 13,9% e il Nord Est, all’11,2%. In totale, in questi distretti si contano 3,5 milioni di individui a rischio.

Per le famiglie con capofamiglia con lavoro autonomo rischio povertà al 22,7%

Secondo l’analisi dei dati effettuata dalla Cgia, tra tutti i nuclei che hanno come capofamiglia un lavoratore autonomo, il rischio povertà o esclusione sociale è al 22,7%, mentre la quota riferita a tutte le famiglie con alla guida un lavoratore dipendente è decisamente inferiore e pari al 14,8%.

Negli ultimi 20 anni il reddito degli autonomi è sceso del 30%, mentre quello dei lavoratori dipendenti è diminuito dell’8%. Per i pensionati, invece, il dato è rimasto pressoché stabile. La debolezza economica di molte partite Iva, il crollo dei consumi interni, causato dalle crisi economiche che si sono succedute in questi due decenni, dalla concorrenza praticata dapprima dalla grande distribuzione e negli ultimi anni dal commercio elettronico, hanno fiaccato la tenuta reddituale di tantissime micro attività.

Non poca preoccupazione, poi, è stata causata dall’introduzione dei dazi da parte degli Stati Uniti. Secondo la Cgia, dal momento che non lavorano direttamente con i mercati stranieri e che sono pochissimi coloro che operano nelle filiere produttive coinvolte nelle esportazioni, i lavoratori autonomi non dovrebbero subire effetti negativi dalla manovra voluta dal presidente americano Donald Trump.

Ma le cose potrebbero andare anche diversamente. Se le misure protezionistiche introdotte dall’amministrazione statunitense dovessero provocare una flessione della crescita economica e un incremento dell’inflazione anche in Italia, gli autonomi più fragili potrebbero essere tra i lavoratori più danneggiati.

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Un commento

  1. Disturbi a chi? Io sono testimone.....passavo... ha detto:

    Anche la mia famiglia è mono reddito. Dovremmo avere il sussidio dello stato, ma ho la casa di proprietà.

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