Consiglieri e sindacati avanzano perplessità sull’operazione. Cisl: “Le legge prevede la costituzione del gestore unico dell’acqua, che aggreghi gli acquedotti pubblici e privati della provincia”
Acqua e gas gestiti da un unico soggetto. La fusione di Sidra, società che gestisce il servizio idrico, con Catania Rete Gas che, invece, gestisce appunto il gas, preoccupa. Non soltanto i consiglieri comunali che, sulla questione di cui si discute ormai da anni hanno interpellato l’Arera e il Ministero, ma anche i sindacati. In particolare la Cisl che si chiede a chi convenga la fusione avanzando la proposta di un confronto che metta in evidenza alcune questioni e dia risposta ai dubbi. L’appello al commissario Mattei riguarda proprio questo, ovvero “dare seguito alla nostra richiesta di incontro, per comprendere quali strategie gli enti da lui amministrati intendono adottare su temi caldi quali la gestione del settore idrico integrato e di quello energetico che tante ripercussioni ha sulla vita e sulle economie familiari dei lavoratori e degli utenti catanesi”.
A preoccupare Maurizio Attanasio e Giuseppe Coco, segretari generali rispettivamente della Cisl provinciale e della Femca Cisl di Catania, il fatto “che qualcuno – scrivono in una nota – preso dalla frenesia della campagna elettorale, possa minimamente immaginare che un atto così importante e strategico per il futuro della gestione delle acque e del gas cittadino, possa diventare motivo di interesse politico, slegato da quello legittimo dei lavoratori e dei cittadini utenti dei servizi”.
L’impressione, continuano i sindacalisti, è che “si voglia a tutti i costi incorporare la partecipata che gestisce il gas cittadino alla Sidra, tralasciando l’unicità della mission degli acquedotti che ha quest’ultima. La legge prevede, infatti, la costituzione del gestore unico dell’acqua, che aggreghi tutti gli acquedotti pubblici e privati della provincia di Catania in un unico soggetto, per meglio gestire un settore di primaria importanza per la vita, al quale sono destinati ingenti fondi per investimenti sulle reti di distribuzione, la fognatura e la depurazione. Inoltre – proseguono – se nel 2018, nell’ambito del piano di rientro dal dissesto, la decisione di razionalizzare il “sistema partecipate” rappresentava una finalità strategica per il Comune di Catania, le mutate condizioni economiche nazionali e locali e dello stato di emergenza in campo energetico che la comunità sta affrontando con grandi difficoltà, rendono ancora più opportuno procedere con estrema prudenza per evitare il rischio concreto di un aggravio delle condizioni economiche e finanziarie delle aziende partecipate e conseguentemente dell’ente Comune di Catania”.
Dubbi in parte condivisi dai consiglieri comunali e già da tempo. Secondo gli esponenti del senato cittadino infatti di aziende uniche che si occupino si gas e acqua non ve ne sarebbero in tutto il Paese, se non nella forma della Holding. E questo non sarebbe il caso di Catania. Non solo: a Catania c’è la Sie, una società pubblico-privata di cui Sidra fa parte e che dovrebbe gestire i servizi idrici secondo una sentenza del Cga. Insomma, la questione è ingarbugliata tanto da spingere i consiglieri, appunto, a chiedere un parere all’Arera e al Mise già a settembre dello scorso anno. Parere non sollecitato, a quanto pare, da parte dell’amministrazione.
Tra i dubbi espressi dal senato cittadino, in particolare, quello relativo a dove confluirebbero gli utili della società del gas con la fusione nella nuova realtà. La mancanza del parere del Mise, inoltre, che i commissari straordinari non avrebbero sollecitato, potrebbe spingere il consiglio a investire della questione la nuova amministrazione. Ma non è tutto: sulla vicenda è intervenuta anche all’Ati idrico Catania 2 per avere maggiori informazioni sulla fusione di Sidra e Catania Rete Gas. In relazione, soprattutto, alla convenzione con la Sie.
“La convenzione stipulata il 24 dicembre 2005, che il CGA ha ritenuto valida e da attuare, prevede il trasferimento della gestione del servizio oggi effettuato dalla Sidra S.p.A. alla Sie S.p.A. (di cui la Sidra è socia per il tramite di Hydro Catania), entro tre mesi dalla stipula della convenzione – scrive il presidente Fabio Mancuso. Alla luce di quanto sopra rappresentato, l’ipotesi di fusione fra la Sidra S.p.A. e la Catania Rete Gas appare, non soltanto illogica e contraria ai principi di economicità di gestione dei servizi pubblici interessati, ma altresì del tutto in contrasto sia con le norme del codice unico dell’ambiente, che hanno esautorato il Comune dalle competenze in materia di affidamento del servizio idrico, sia con quanto disposto dal CGA con la citata sentenza 1257 del 13.12.2023. All’eventuale fusione tra la Sidra S.p.A. e Catania Rete Gas, infatti, dovrebbe seguire immediatamente, da parte della nuova società venutasi a creare con la fusione, la cessione del ramo d’azienda che gestisce il servizio idrico integrato alla Sie S.p.A., al fine di dare piena attuazione alla gestione unica d’Ambito”.
L’articolo è andato in stampa prima della conclusione della seduta di consiglio comunale di ieri sera, che vedeva all’ordine del giorno proprio la fusione tra le due aziende.