Siracusa, cinque strade intitolate alle vittime della mafia - QdS

Siracusa, cinque strade intitolate alle vittime della mafia

Luigi Solarino

Siracusa, cinque strade intitolate alle vittime della mafia

giovedì 25 Marzo 2021

L’iniziativa per non dimenticare: quattro vie saranno dedicate ai siracusani Carmelo Zaccarello, Salvatore Gurrieri, Rita Atria e Barbara Rizzo. La quinta ricorderà Felicia Bartolotta Impastato, madre di Peppino

SIRACUSA – Alcune strade della città di Siracusa saranno intitolate a uomini e donne uccisi per mano delle mafie. La notizia è stata data nel corso della celebrazione della “Giornata della Legalità” dedicata, per l’appunto, a tutte vittime innocenti delle mafie.

Le quattro vittime i cui nomi intitoleranno le quattro strade sono: i siracusani Carmelo Zaccarello e Salvatore Gurrieri, Rita Atria e Barbara Rizzo. Una quinta strada sarà intitolata a Felicia Bartolotta Impastato, madre di Peppino Impastato vittima della mafia, che profuse un grande impegno nel fare arrestare i responsabili della morte del figlio.

L’evento si è svolto nel cortile dell’istituto comprensivo Santa Lucia alla presenza di tutte le autorità cittadine, dei vertici delle forze dell’ordine e dei corpi militari.

La scelta dei cinque nomi è scaturita del progetto “A scuola di corto per la legalità” presentato dall’assessorato alle Politiche educative del Comune aretuseo, ideato e coordinato da Giuseppe Prestifilippo. Un progetto iniziato alla fine del 2019, poi slittato a causa della pandemia, i cui protagonisti sono stati 5000 ragazzi di 14 scuole siracusane: 5 istituti comprensivi e 9 superiori.

Il progetto si è sviluppato attraverso una serie di incontri con magistrati, investigatori, avvocati, giornalisti e personalità impegnate nella lotta alle mafie. Ai ragazzi, raggruppati per scuole, era stato chiesto di scegliere una vittima innocente e di realizzare un cortometraggio che ne ricostruisse la vicenda. I migliori lavori sono stati scelti dal voto degli stessi studenti e ai protagonisti dei loro video saranno intitolate cinque strade cittadine; accanto a questi, i ragazzi hanno però puntato la loro attenzione anche su altri due morti di mafia: il giornalista ragusano Giovanni Spampinato e l’imprenditore gelese Riccardo Greco, suicidatosi dopo essere stato vittima di estorsioni.

“Il mio pensiero – ha detto il primo cittadino, Francesco Italia – va alle istituzioni e alle Forze dell’Ordine che tutti i giorni combattono la criminalità con risultati concreti. Ma ai giovani, costruttori di futuro, voglio dire che per opporsi alla mafia non bisogna essere eroi; ci vogliono azioni concrete, anche se si tratta di gesti apparentemente piccoli come quando non ci si piega alle prepotenze dei bulli”.

“Sottolineo l’importanza della conoscenza. La criminalità – ha aggiunto l’assessore comunale alle Politiche educative, Pierpaolo Coppa – si combatte con l’istruzione perché dove questa manca la mafia si insinua con i suoi modelli e suoi valori basati sulla violenza”.

“Ricordare senza capire – ha affermato l’assessore comunale alla Legalità, Fabio Granata – non serve a nulla. Solo con lo studio e la consapevolezza si ha piena comprensione di ciò che ci accade attorno, si capisce dove si annida l’illegalità e le idee si trasformano in azioni concrete. Tutte le storie di cui si sono occupati i ragazzi sono significative perché ci mostrano come le mafie manifestino la loro violenza in vari modi per tentare di condizionare la vita di tutti noi”.

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