Sisma di S. Stefano, botta e risposta M5s-commissario Scalia - QdS

Sisma di S. Stefano, botta e risposta M5s-commissario Scalia

Gabriele Patti

Sisma di S. Stefano, botta e risposta M5s-commissario Scalia

sabato 07 Marzo 2020

L’ex magistrato risponde ai dubbi sollevati dalla senatrice del M5s, Tiziana Drago

ZAFFERANA – “Stiamo procedendo con estrema prudenza, a breve avvieremo la ricostruzione nella zona bianca, sperando di stringere sempre più la zona rossa”. Salvatore Scalia, commissario straordinario alla ricostruzione dell’area etnea dopo il terremoto che il 26 dicembre 2018 ha colpito le aree di molti comuni alle pendici dell’Etna, mette la parola fine ai dubbi sollevati in merito all’iter seguito per la perimetrazione della zona rossa. E risponde colpo su colpo ai dubbi sollevati dalla senatrice in quota 5stelle Tiziana Drago nella nota stampa divulgata nei giorni scorsi. Primo tra tutti la carenza di una relazione tecnica che, secondo la senatrice, “avrebbe dovuto accompagnare la mappatura” pubblicata dall’Ente commissariale lo scorso 20 febbraio.

“La senatrice – commenta piccato Scalia al QdS – ha avuto delle informazioni non corrispondenti alla realtà”. Sì, perché per il magistrato “la relazione non è richiesta e la mappatura è stata realizzata su studi di carattere internazionale già esistenti”. Studi, questi, che per l’esponente M5s sarebbero troppo datati. “Il calcolo della perimetrazione – commenta Drago – è stato realizzato avvalendosi di studi che risalgono al 2012”. Anche su questo il commissario ha una replica: “Gli studi geologici si riferiscono alle ere – precisa -, ci siamo basati sugli studi più recenti e ai movimenti delle faglie”.

Uno scontro verbale dai toni pacati, quello tra due Istituzioni dello Stato che non sfocia mai in un attacco personale ma che ha l’obiettivo di sciogliere alcuni nodi. Tra questi anche il mancato inserimento nella zona rossa dei territori di Poggio Felice, Pisano e Santa Venerina. “Non so – puntualizza Scalia – chi possa avere interesse a farle rientrare nella zona rossa, atteso che in base agli studi effettuati nessuna delle tre è stata interessata dai movimenti della faglia, ma hanno solo subito dei contraccolpi”. Secondo la ricostruzione del commissario, infatti, non tutte le zone interessate dai danni sono vicine alle faglie. “Per queste – spiega – gli standard di sicurezza sono più elevati e possiamo ricostruire in tempi più brevi”.

Ma la volontà dei 5stelle è trovare un punto di equilibrio tra due esigenze: sicurezza e celerità del procedimento. “Si potrebbe mettere in moto – propone la senatrice – la gara d’appalto per la microzonazione di terzo livello che fornirà un’indicazione della pericolosità ancora più approfondita”.

Diametralmente opposta, invece, la posizione di Scalia. “L’appalto c’è già – rincara la dose – ed è stato promosso dalla Regione Siciliana. Altrimenti l’avremmo fatto noi. Ma non solo non possiamo farlo perché la legge lo vieta ma costituirebbe un’inutile sovrapposizione”. Il commissario sottolinea poi il discrimine tra le zone tracciate nella mappatura. “La distinzione tra zona rossa e bianca – spiega il magistrato – attiene solo alla richiesta dei contributi per la ricostruzione. Per chi intende ricostruire senza beneficiare del contributo, può tranquillamente procedere, rivolgendosi agli uffici competenti e secondo gli strumenti urbanistici vigenti”.

A questa, per dovere di cronaca, si aggiunge la prescrizione dell’art. 12 comma 7 della legge 55/2019, secondo la quale si prevede che nel caso in cui sul bene, oggetto di richiesta di contributo, sia pendente una domanda di sanatoria, il procedimento per la concessione dei contributi è sospeso nelle more dell’esame delle istanze di sanatoria e l’erogazione è subordinata all’accoglimento dell’istanza.

Polemiche anche sulla trasparenza relativa ai compensi dei consulenti tecnici. “Una questione – secondo Scalia – in cui si dimostra assoluta superficialità perché non si tiene conto delle specifiche competenze a cui parametrare gli emolumenti”. I consulenti sono tre. “Uno è un magistrato della corte dei Conti – spiega il commissario -, l’altro dell’avvocatura dello Stato. A loro è stato attribuito il compenso minimo dei consulenti per le altre situazioni emergenziali. Del resto, se uno vuole consulenti con un minimo di capacità, i compensi devono essere appropriati”. Il terzo, invece, è un architetto con esperienza decennale nel terremoto dell’Aquila. “A lui è stato assegnato un compenso superiore – sottolinea – perché, al contrario degli altri, fornisce il suo supporto dalle 12 alle 14 ore al giorno e un compenso inferiore sarebbe stato ridicolo”. Insomma, per il commissario, competenze ed esperienza si pagano.

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