Messina

Smaltimento rifiuti a Taormina, risolto il contratto con Tekra

TAORMINA (ME) – Dopo quasi tre anni di servizio, si interrompe il sodalizio tra il Comune di Taormina e la società Tekra, che si occupa dello smaltimento dei rifiuti nella Perla dello Ionio.

Ad annunciarlo è stato, nei giorni scorsi, il sindaco di Taormina, Cateno De Luca, il quale dopo una riunione operativa tra le parti, ha “preso atto” della risoluzione del contratto di servizio con la società campana di Angri, in carica dal 2021. “Abbiamo intenzione di migliorare il servizio – ha detto De Luca – per renderlo più efficiente e all’altezza delle esigenze di Taormina, dei suoi cittadini e dei visitatori, aumentando gli standard qualitativi e rendendolo innovativo”. Per questa ragione l’Amministrazione di Palazzo dei Giurati stilerà delle linee guida che avranno lo scopo di indirizzare il prossimo aggiudicatario del capitolato d’appalto, mentre la Tekra continuerà a garantire il servizio in attesa che venga espletata la prossima gara.

Le ragioni che hanno portato al divorzio con la Tekra

Per capire le ragioni che hanno spinto le parti al divorzio bisogna però fare un passo indietro, e tornare alla scorsa estate, quando il primo cittadino aveva avanzato nei confronti della Tekra una maxi richiesta di risarcimento danni, per almeno 1 milione di euro l’anno, accompagnata da un esposto all’Autorità giudiziaria. Una decisione presa dopo aver condotto personalmente una serie di blitz notturni, volti ad accertare il corretto svolgimento del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti. De Luca avrebbe rilevato tutta una serie di mancanze rispetto a quanto stabilito nel contratto di servizio, dal mancato o inefficace lavaggio delle strade a una raccolta differenziata ritenuta irregolare e inadempiente.

Il tutto documentato da lunghe dirette Facebook durante le quali il sindaco parlava esplicitamente di “truffa” perpetrata a danno di Taormina. Ne seguì un contenzioso tra le parti, con la ditta campana che aveva subito mosso i propri legali per tutelarsi da accuse “offensive e lesive” nei confronti dell’immagine della Tekra e dei suoi dipendenti.

Adesso invece l’ultimo colpo di scena, con una risoluzione del contratto, a quanto pare condivisa e consensuale, che punterebbe a mettere la parola fine a questa vicenda. La società campana era risultata aggiudicataria di un bando da 19 milioni di euro, con base di partenza a 21,3 milioni, calcolati su un servizio Rsu che a Taormina pesa circa 3 milioni e mezzo di euro l’anno, di cui 17,2 milioni di euro stimati dal 2022 al 2027, anno in cui sarebbe scaduto l’accordo. La città del Centauro aveva ritrovato con la Tekra una certa continuità nell’espletamento del servizio, dopo continui cambi e rinvii che lo avevano caratterizzato dal 2014 in poi, a seguito dell’uscita di scena di Messinambiente. Tra le accuse mosse dall’amministrazione ci sarebbe però, quella di una raccolta differenziata che stenta a decollare e che, stando a quanto previsto nel capitolato, avrebbe dovuto raggiungere l’81% dopo i primi dodici mesi. Percentuale lontana dal 65,85% registrato nel 2022 dalla Regione siciliana, che comunque ha permesso a Taormina di superare di pochissimo la soglia che per legge evita l’applicazione di sanzioni.

L’ennesimo cambio di passo nella gestione Rsu

Palazzo dei Giurati volta quindi pagina e lavora per l’ennesimo cambio di passo nella gestione Rsu, sul solco della recente campagna di sensibilizzazione lanciata in paese a supporto della collocazione della cosiddette “fototrappole anti zozzoni”.

Per combattere appunto l’abbandono dei rifiuti e punire i trasgressori a difesa del decoro urbano, il Comune ha posizionato 20 telecamere di sicurezza, dotate di particolari sensori di movimento contro l’abbandono dei rifiuti. Delle vere e proprie fototrappole appunto, annunciate con quattro slogan: “tolleranza zero per chi inquina”, “il nostro territorio merita rispetto”, “la nostra storia esige rispetto”, “il nostro ambiente non è solo nostro”.