Rifiuti, a Taormina fototrappole “anti zozzoni” - QdS

Rifiuti, a Taormina fototrappole “anti zozzoni”

Massimo Mobilia

Rifiuti, a Taormina fototrappole “anti zozzoni”

mercoledì 31 Gennaio 2024

Posizionate venti telecamere di sicurezza dotate di sofisticati sensori di movimento. Al via una campagna di affissioni per sensibilizzare i cittadini a salvaguardare il decoro della Perla dello Ionio

TAORMINA (ME) – Fototrappole contro gli “zozzoni”. Ecco la nuova trovata del Comune di Taormina per combattere l’abbandono dei rifiuti e punire i trasgressori, nell’ambito delle misure sempre più stringenti messe in atto dall’amministrazione del sindaco, Cateno De Luca, a difesa del decoro urbano.

Venti telecamere per combattere l’abbandono rifiuti

Nei giorni scorsi la casa municipale ha informato la cittadinanza del posizionamento di venti telecamere di sicurezza, dotate di particolari sensori di movimento che riescono a scattare fotografie o registrare video nel momento in cui vengono allertate dal movimento di persone intenzionate ad abbandonare rifiuti. Delle vere e proprie fototrappole appunto, annunciate con quattro slogan doversi: “tolleranza zero per chi inquina”, “il nostro territorio merita rispetto”, “la nostra storia esige rispetto”, “il nostro ambiente non è solo nostro”.

Questi messaggi sono contenuti in una serie di manifesti che stanno iniziando a circolare in città, per sensibilizzare alcuni cittadini – apostrofati appunto come “zozzoni” – sul fatto che l’ambiente e il decoro urbano vadano salvaguardati, dal rischio di creare delle vere e proprie discariche a cielo aperto, che ancora oggi capita di trovare in alcuni angoli del paese, soprattutto lontano dal centro storico. Una campagna green che è costata circa 70 mila euro, affidata alla ditta pugliese Vitruvio Tech srl di Racate, provincia di Lecce, che gestirà appunto il noleggio, l’installazione e la gestione del sistema per un anno. Un costo mensile stimato di circa 240 euro per telecamera.

Ultima misura a difesa del decoro urbano

Come anticipato quindi, si tratta dell’ultima misura a difesa del decoro urbano che Cateno De Luca sta cercando di perseguire sin dai primi mesi di governo a Palazzo dei Giurati. Ricordiamo ad esempio i blitz della scorsa estate su tutto il territorio comunale, con lo scopo di osservare il lavoro degli operatori ecologici e dei mezzi utilizzati dalla ditta che gestisce il servizio rifiuti a Taormina, la campana Tekra. Rea di non aver seguito appieno quanto contenuto dal capitolato d’appalto – sempre secondo il primo cittadino – dal Comune era arrivata una richiesta di risarcimento danni, per almeno 1 milione di euro l’anno, e un esposto all’Autorità giudiziaria per accertare eventuali reati. Accuse dalle quali la società campana si era subito difesa dando mandato ai propri legali e accusando il sindaco di utilizzare forme di comunicazione “di rilevanza penale, che raccontano notizie false, offendendo non solo l’azienda ma anche i suoi dipendenti”.

Tekra gestisce il servizio in via definitiva dal 2021, dopo che il Cga aveva confermato l’assegnazione del bando da 19 milioni di euro con base di partenza a 21,3 milioni, calcolati su un servizio Rsu che nella Perla dello Ionio pesa circa 3 milioni e mezzo di euro l’anno, di cui 17,2 milioni di euro stimati dal 2022 al 2027, anno in cui scadrà l’attuale contratto.

De Luca ha accusato la ditta soprattutto di non aver ancora raggiunto l’81% di differenziata come previsto dal capitolato, dopo dodici mesi dall’avvio del servizio. Del resto Taormina è ancora ferma al 65,85%, stando agli ultimi dati forniti dalla Regione siciliana, sulla base dello smaltimento avvenuto nel 2022. Una soglia che ha posizionato la Perla dello Ionio soltanto al 260esimo posto su 392 comuni dell’Isola, lontanissima dal 92,83% della prima classificata, Longi, e più vicina al 275esimo posto al di sotto del quale scattano le sanzioni per le città che si mantengono sotto il 65%.

Un livello ancora troppo altalenante e rischioso per la capitale del turismo siciliano che, se nel 2018 era ancora ferma al 19% di raccolta differenziata, aveva raggiunto la fatidica soglia del 65% nel 2020, per poi riscendere al 62% nel 2021, primo anno di gestione Tekra.

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