Smart working, ecco come funziona la procedura semplificata per attivarlo - QdS

Smart working, ecco come funziona la procedura semplificata per attivarlo

Maria Papotto

Smart working, ecco come funziona la procedura semplificata per attivarlo

venerdì 20 Marzo 2020

Legge n.81/2017, semplificazione delle modalità di comunicazione di “inizio periodo”. L’attivazione di questa tipologia di lavoro agile non intacca il rapporto di subordinazione

ROMA – Con il diffondersi dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 il decreto dell’1 marzo 2020 ha ampliato su tutto il territorio nazionale la possibilità di instaurare il lavoro agile o smart working con procedura semplificata rispetto alla normativa istituita (Legge 81/2017).

Le ragioni che hanno indotto ad incentivare tale tipologia di lavoro a distanza sono frutto di una difficoltà evidente da parte delle aziende nel gestire il proprio personale nel rispetto delle nuove norme di sicurezza sul lavoro nonché la necessità di ridurre al minimo gli spostamenti.

La procedura semplificata consiste nel:
– comunicare al lavoratore l’attivazione dello smart working, con opportuni riferimenti del Dpcm 1.3.2020;
– una dichiarazione autocertificata da parte del rappresentante legale per singolo dipendente con i dati anagrafici, il codice fiscale e la residenza dello stesso nonché il periodo di inizio e fine dell’attività di smart working.
– l’informativa sulla sicurezza sul lavoro da consegnare al lavoratore anche in modalità telematica, e nel merito l’Inail ha pubblicato sul proprio sito un fac simile di informativa da utilizzare.

Solo per questo periodo di emergenza non risulta necessario l’accordo scritto oggetto di deposito sul sito www.cliclavoro.gov.it in quanto è stato sostituito dall’autocertificazione del rappresentate legale su richiamata.
Una volta che il datore di lavoro comunica al lavoratore l’intenzione di attivare lo smart working, compila l’autocertificazione e consegna l’informativa sulla sicurezza sul lavoro deve procedere alla relativa comunicazione al ministero del Lavoro, accedendo sul sito www.cliclavoro.gov.it con le proprie credenziali o attraverso lo Spid o ancora avvalendosi di un intermediario delegato.

Appare evidente in considerazione delle motivazioni di forma maggiore imposte da un provvedimento di legge che il dipendente non può rifiutarsi di svolgere la prestazione lavorativa a distanza con questa modalità, dato che rimane comunque intatto il rapporto di subordinazione. Qualora, invece, fosse richiesto dal lavoratore sarà comunque l’azienda sulla base delle esigenze organizzative a decidere per l’utilizzo del lavoro agile.

Inoltre, sempre in un’ottica di semplificazione, è possibile comunicare anche in modalità cumulativa i nominativi dei dipendenti che svolgono la prestazione in smart working, sul sito è disponibile un template Excel da utilizzare per la produzione del file con le informazioni sui periodi di lavoro in modalità smart working.

Occorre indicare correttamente il codice fiscale del datore di lavoro, il codice fiscale, cognome, nome e data di nascita del lavoratore, la Pat e Voce di tariffa Inail, il periodo di inizio e fine dello smart working. Bisogna prestare attenzione verificando che non si perdano eventuali 0 (zeri) iniziali che potrebbero causare un errore nell’elaborazione. La procedura avrà il compito di creare le comunicazioni nella versione definitiva e prenderà in esame solo il primo “foglio Excel” non considerando le prime due righe riservate alle intestazioni delle singole colonne.

Il ministero del Lavoro utilizzerà queste informazioni per ricostruire le comunicazioni di “inizio periodo” nello stesso formato in uso per i periodi fuori dall’emergenza da Covid-19. La procedura non consente di inviare comunicazioni di modifica o di annullamento.

Si precisa che, il Dpcm dell’1 marzo 2020 non indica il termine entro il quale occorre effettuare la comunicazione ma considerata la situazione di emergenza non dovrebbe essere sanzionabile un invio entro i cinque giorni successivi.

Ed inoltre, la denominazione dello smart working prevede uno svolgimento dell’attività lavorativa ben diverso dal telelavoro in quanto quest’ultimo consente al lavoratore di lavorare esclusivamente dalla propria residenza o domicilio, che considerata l’emergenza si raccomanda di rispettare.

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