Le falde isolane potrebbero risolvere l’emergenza idrica, ma mancano i fondi per realizzare gli studi di fattibilità. Lipparini (Ingv): “Regione non ha mai considerato i dati. Bene puntare su rinnovabili, ma serve esplorare le nostre risorse”
RAGUSA – Le falde acquifere sotterranee in Sicilia non sono presenti soltanto nelle viscere dei monti Iblei, ma anche nei mari antistanti la provincia ragusana. Tutto in attesa di nuove ricerche che saranno presentate entro l’inizio del 2025 per dimostrare che il prezioso liquido, in forma salmastra, sarebbe estraibile in più punti offshore anche nelle altre province costiere della Sicilia. A confermarlo al Quotidiano di Sicilia è il professor Lorenzo Lipparini, geologo dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e tra i firmatari dello studio che ha individuato una ingente quantità di acqua nel sottosuolo della provincia ragusana di cui il QdS si è a più riprese occupato nei mesi di luglio e settembre.
Progetti di esplorazione offshore per individuare fonti di acqua dolce nelle profondità marine al largo della Sicilia come possibile risorsa di approvvigionamento alternativa alla crisi idrica che minaccia la regione. Ma anche sfide e potenzialità di un progetto che unisce scienza, ambiente, economia e politiche di sostenibilità per il futuro dell’Isola. Di questo abbiamo parlato in una lunga intervista con il professor Lipparini, che ha parlato di quelle che sono le ricerche in atto…