Spamming a scopo estorsivo, arriva l’ennesima allerta della Polizia Postale - QdS

Spamming a scopo estorsivo, arriva l’ennesima allerta della Polizia Postale

Spamming a scopo estorsivo, arriva l’ennesima allerta della Polizia Postale

mercoledì 18 Settembre 2019

Come evitare di cadere nelle trappole online. Proteggere la propria mail, cambiare e impostare password complesse

ROMA – Migliaia e migliaia di mail da parte di un soggetto che sostiene falsamente di averci filmato e minaccia di denunciare il titolare della casella di posta elettronica, stanno giungendo su una miriade d’indirizzi.

A lanciare l’allerta ancora una volta è la Polizia Postale sulla pagina Facebook “Commissariato di P.S. Online – Italia”, con un post che rimanda direttamente al sito istituzionale che, per rilanciare l’attenzione di chiunque utilizza una casella di posta elettronica, ha anche pubblicato il testo e lo screenshot del falso cyber ricatto:

“….Pensi davvero che fosse una specie di scherzo o che puoi ignorarmi? Vedo cosa stai facendo, pedofilo. Smetti di fare shopping e xxxxxxxxx, il tuo tempo è quasi finito. Sì, so cosa stavi facendo sabato. Ti sto osservando…….. Se non finanzerai questo indirizzo bitcoin xxxxxxxxxxxxxxxxxx con 5.000 Euro entro xxxxxxxx prossimo, contatterò i tuoi parenti e tutti i tuoi iscritti nell’elenco e mostrerò loro le tue registrazioni di pedofilia.”

È questo il testo della email di spam che, nell’ambito del nuovo fenomeno di “estorsione”, viene recapitata agli ignari destinatari al fine di gettarli nel panico e indurli a pagare, in cryptovaluta, il prezzo per non divulgare i video.

Ecco dunque alcuni consigli su come comportarsi:

1. Mantenere la calma: il criminale non dispone, in realtà, di alcun filmato che ci ritrae in atteggiamenti intimi né, con tutta probabilità, delle password dei profili social da cui ricavare la lista di nostri amici o parenti;

2. Non pagare assolutamente alcun riscatto: l’esperienza maturata con riguardo a precedenti fattispecie criminose (come #sextortion e #ransomware) dimostra che, persino quando il criminale dispone effettivamente di nostri dati informatici, pagare il riscatto determina quale unico effetto un accanimento nelle richieste estorsive, volte ad ottenere ulteriore denaro;

3. Proteggere adeguatamente la nostra email (ed in generale i nostri account virtuali):

– Cambiare – se non si è già provveduto a farlo – la password, impostando password complesse;

– Non utilizzare mai la stessa password per più profili;

– Abilitare, ove possibile, meccanismi di autenticazione “forte” ai nostri spazi virtuali, che associno all’inserimento della password, l’immissione di un codice di sicurezza ricevuto sul nostro telefono cellulare.”

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