Sparatoria a Gela, due arresti per tentato omicidio - QdS

Spari contro auto in corsa a Gela, due arresti per tentato omicidio

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Spari contro auto in corsa a Gela, due arresti per tentato omicidio

Redazione  |
venerdì 15 Settembre 2023

Sono due gli arresti a Gela per tentato omicidio, aggravato dall’agevolazione e dal metodo mafioso, e porto e detenzione di armi.

La Squadra Mobile e il Commissariato di Polizia di Stato di Gela hanno eseguito due misure cautelari personali della custodia in carcere, emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Caltanissetta su richiesta della competente Direzione Distrettuale Antimafia.

La ricostruzione del tentato omicidio

Secondo la prospettazione contenuta nell’ordinanza sussisterebbero gravi indizi di colpevolezza a carico di due indagati per il reato di tentato omicidio, commesso in concorso, ai danni di due soggetti, nonché per i reati di porto e detenzione di arma comune da sparo; con riguardo al tentato omicidio, il Gip ha ritenuto sussistenti l’aggravante dell’agevolazione e del metodo mafioso, nonché di aver agito per motivi futili.

L’attività d’indagine ha avuto inizio lo scorso 22 agosto quando, alle 18.30 una donna ha contattato il numero unico di emergenza per richiedere l’intervento della Polizia di Stato, in quanto un proiettile aveva mandato in frantumi il finestrino posteriore della sua auto mentre circolava su una strada trafficata di Gela.

L’arrivo delle Volanti

L’immediato intervento delle volanti del Commissariato e di equipaggi della Squadra Mobile consentiva di appurare che un uomo ed una donna si erano recati al pronto soccorso dopo essere stati colpiti da due persone le quali, viaggiando a bordo di uno scooter, affiancata l’auto dove viaggiavano le vittime, esplodevano più colpi d’arma da fuoco all’indirizzo delle stesse.

Le tempestive indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta, hanno permesso di individuare i presunti autori del grave fatto delittuoso. I fatti sono stati ricostruiti anche grazie all’ausilio di personale del Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica di Palermo, nonché grazie alla disamina di numerose immagini dagli impianti di videosorveglianza.

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