Specialisti ambulatoriali, in Sicilia sono 850 - QdS

Specialisti ambulatoriali, in Sicilia sono 850

Serena Giovanna Grasso

Specialisti ambulatoriali, in Sicilia sono 850

giovedì 28 Novembre 2019

Rapporto dei sindacati Sumai-Assoprof: “Lavorano mediamente 26 ore settimanali, ne servono invece 38”
Tra il 2013 e il 2018 la nostra Isola ha perso 1.121 odontoiatri e medici dipendenti del Sistema sanitario nazionale

PALERMO – Se si permettesse ai medici specialisti ambulatoriali di raggiungere il massimale orario pari a 38 ore settimanali, in Sicilia si otterrebbero ulteriori 10.614 ore lavorate. Questo è quanto denunciano Sumai (Sindacato unico medicina ambulatoriale italiana) e Assoprof (Professionalità dell’area sanitaria), con il rapporto “Specialistica ambulatoriale e universalismo differenziato”.

Infatti, dall’elaborazione su dati Fnomceo (Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri), Enpam (Ente nazionale di previdenza ed assistenza dei medici e degli odontoiatri), Sisac (Struttura interregionale sanitari convenzionati) e Sumai, è emerso che nell’Isola nel 2018 erano attivi 850 specialisti ambulatoriali, che hanno lavorato in media per 26 ore a settimana. Dunque, questi 850 medici hanno lavorato complessivamente per 21.686 ore a settimana. Se si raggiungesse il massimale settimanale di 38 ore, si otterrebbe un numero di ore che da solo darebbe lavoro ad altri 279 specialisti (infatti, se dividiamo il plus di 10.614 ore per il massimale di 38 ore otteniamo questo potenziale valore di nuove assunzioni).

A livello nazionale, le ore settimanali lavorate sono mediamente pari a 23, valore che determina un ammanco complessivo pari a 224.922 ore settimanali, corrispondenti a 5.919 potenziali assunzioni di specialisti ambulatoriali. Va sicuramente peggio nelle regioni in cui il numero di ore settimanali è inferiore alla media nazionale: in Liguria, ad esempio, la media settimanale è pari a 17 ore, corrispondente ad un ammanco di 346 specialisti. Mentre oltre un sesto degli specialisti ambulatoriali che mancano all’appello si concentra nel Lazio (992), regione in cui la media delle ore settimanali lavorate è pari a venti.

Inoltre, Sumai e Assoprof denunciano pure le anacronistiche incompatibilità che vietano ad uno specialista ambulatoriale di lavorare anche nel privato accreditato. Ad esempio, uno specialista ambulatoriale con un incarico di sole cinque ore settimanali non può lavorare per le rimanenti 33 ore settimanali, nonostante la retribuzione mensile relativa, per cinque ore settimanali, sia di appena 633 euro lordi mensili.

“Le attuali incompatibilità – si legge all’interno del rapporto – associate al blocco delle assunzioni, hanno quindi inevitabilmente innescato tra i giovani medici, già specialisti in servizio e con incarico a tempo indeterminato, la necessità di ricercare altrove, specie all’estero o nel privato, un’attività lavorativa soddisfacente professionalmente stabile e sicuramente meglio retribuita. Basti pensare che all’estero gli stipendi medi si aggirano sui 6.000 euro”.

Proprio relativamente al turnover ridotto all’osso, in Sicilia il numero di medici e odontoiatri dipendenti dal Servizio sanitario nazionale tra il 2013 e il 2018 si è ridotto di 1.121 unità: infatti, si è passati dai 9.997 del 2013 agli 8.876 del 2018. A livello nazionale, si tratta del terzo decremento più sostenuto: infatti, riduzioni superiori sono state osservate solo nel Lazio (-1.209), Lombardia (-1.381) e Liguria (-1.393, la più pesante anche in termini percentuali, pari al -37,16%).

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