Il ministro della Salute: "Abbiamo superato in Italia 58 milioni di dosi somministrate e dobbiamo continuare con questo ritmo. Non dobbiamo abbassare la guardia"
“Siamo ancora dentro una epidemia terribile che ci vede ancora combattere con armi nuove e più efficaci ma siamo ancora dentro questa epidemia e guai ad abbassare la, guardia. Nelle ultime settimane tocchiamo con mano elementi di significativa ripresa del contagio dovuto alla variante Delta. Siamo però in una fase diversa perché abbiamo l’arma dei vaccini, la più importante, e oggi abbiamo superato in Italia 58 milioni di dosi somministrate e dobbiamo continuare con questo ritmo”. Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, intervenendo al ‘W20 Women Rome Summit’.
Il vaccino, ha affermato Speranza,, “deve però essere accessibile a tutti e in tutti i Paesi”. Infatti, ha concluso Speranza, “il virus o lo si batte tutti insieme o continueremo ad avere nuove varianti”.
Sui servizi sanitari: “Dentro questa crisi drammatica della pandemia le persone in tutto il mondo hanno capito fino in fondo che i servizi sanitari nazionali sono davvero la cosa più importante che abbiamo e dobbiamo difenderli con ogni energia: per troppo tempo le tabelle dei nostri uffici di bilancio hanno deciso quanto diritto alla salute poteva essere tutelato. Io penso che sia arrivato il momento ovunque di rovesciare questo schema: non sono le tabelle a decidere ma è il diritto alla salute, inalienabile, a decidere cosa c’è scritto nelle tabelle di bilancio”.
“Questo – ha aggiunto il ministro – significa fare un grande salto culturale e dire definitivamente che ogni euro che si mette sulla salute delle persone è il più grande investimento sulla qualità della vita delle persone”. I soldi spesi per la sanità, ha rilevato, “non possono essere considerati semplice spesa pubblica ma sono il più grande investimento sulla qualità della vita dei cittadini”. “Penso – ha quindi sottolineato Speranza – che questo sia il tempo giusto per una riforma: servono più risorse sicuramente e dobbiamo chiedere anche ai paesi del G20, e a tutti i Paesi del mondo, di investire di più sui servizi sanitari nazionali. Noi lo stiamo facendo, in contatto con i ministri dell’Economia con cui c’è un grande coordinamento in questo momento”. Dobbiamo inoltre, ha concluso, “spingere per avere delle riforme, perchè dobbiamo anche cambiare il nostro Ssn”.
Poi ha concluso: “Credo che la battaglia di fondo che anima il senso del W20 Women sia una battaglia ancora da vincere in ogni parte del mondo, e anche nel nostro Paese facciamo i conti quotidianamente con residui di una cultura di un tempo che vorremmo metterci alle spalle”.