Analisi e riflessioni sulla figura di Enrico Trantino, sindaco di Catania: un uomo come tutti gli altri, lontano dai modi tipicamente politici
Spezzare una lancia viene dai termini dei tornei cavallereschi. Dalla tenzone a cavallo con la lancia poi si passava ad armi più contundenti, da corpo a corpo.
Io vorrei spezzare una lancia per un politico anomalo, cioè una persona normale, che sembra Sindaco suo malgrado. Lui è Enrico Tarantino, stimatissimo avvocato penalista, Sindaco di Catania. Quale è la sua particolarità? Il suo senso Comune. Dice le cose come stanno, stupendosi delle contorsioni della politica, parla pane al pane, indica problemi e spera veramente in soluzioni, non si nasconde dietro ad un dito o recita, cosa che gli verrebbe facile considerando il suo mestiere, frasi di circostanza. Che è quello che auspicano i cittadini, che di scambi, mediazioni, intrecci, non hanno considerazione, perché tutte queste cose raramente impattano positivamente sulla qualità della loro vita. Lui sostiene cose normali per una città tra le più importanti in Italia, e seconda in Sicilia solo al capoluogo regionale. Fa una vita normale, fa sport, ha hobby e passioni, molti amici con cui esce la sera, come tutti, e che preferisce all’autismo politico delle cene con i sodali. Frequenta gli stessi posti, il solito bar di fronte il suo studio e vicino al Tribunale, si reca a cena nei posti in cui andava prima, non essendo un parvenu. È sostanzialmente una persona “normale”, ed i catanesi con cui parlo vanno quasi fieri di conoscerlo e stimarlo, come uomo, come persona, non come politico. Va ogni giorno in Comune ad affrontare, con i pochi dirigenti ormai, i problemi, cercando di capire le normali, possibili soluzioni. Non è Mandrake, né vuole esserlo, è un Primo cittadino, un primus inter pares, senza arroganze o pregiudizi. Risolve tutto? Forse no. Molto dipende dai mezzi a disposizione, che non sono ingenti, e dal capitale umano, da anni scarso e vecchio. Ma affronta tutto con una calma e serenità datagli dall’essere un Civil Servant, non costretto alla politica. Sa di servizio il suo, e non mestiere. E questo i cittadini lo apprezzano, magari i politici di professione meno. Non serve a lui ed ai problemi che deve gestire questo riconoscimento, ma ritengo serva a questi tempi volgari, davanti ad un gentiluomo quasi di altri tempi, spezzare sul suo scudo cavallarescamente una lancia.