Lo sport per le pari opportunità a Catenanuova - QdS

Lo sport per le pari opportunità a Catenanuova

Elisa Saccullo

Lo sport per le pari opportunità a Catenanuova

martedì 30 Marzo 2021

Dall’Amministrazione comunale, grazie al lavoro svolto dall’assessore Mazzaglia, il via libera alla prima Carta etica pensata per la valorizzazione dell’attività sportiva femminile

CATENANUOVA (EN) – Riconoscendo lo sport come forma di cultura immateriale e universale, come veicolo di valori e strumento di crescita per le più giovani e i più giovani, senza distinzione di sesso, la Giunta comunale presieduta dal sindaco Carmelo Scravaglieri ha approvato la “Carta etica per lo sport femminile”.

L’Amministrazione ha così accolto la proposta presentata dall’assessore allo Sport Adele Mazzaglia – anche docente di educazione fisica – la quale a sua volta ha elaborato un input giunto dal Comune di Bologna e dall’Associazione nazionale atlete, che al riguardo hanno realizzato, appunto, la prima Carta etica per lo sport femminile in Italia. In sintesi, essa contiene: il principio della pari accessibilità alla pratica sportiva per uomini e donne; la presa d’atto che lo sviluppo della pratica sportiva femminile costituisce un parametro di civiltà e democrazia; l’esplicitazione della valenza educativa e di inclusione della pratica sportiva come forma di contrasto a discriminazioni, disagio e violenza; i meccanismi operativi che garantiscono la reale applicazione dei principi enunciati nella Carta.

“Appena l’assessore Mazzaglia ci ha parlato di questo progetto – ha spiegato il sindaco Scravaglieri – anche grazie all’impegno di Anna Lattuca, referente regionale dell’Associazione nazionale atlete, abbiamo subito provveduto a trasfondere il contenuto della Carta etica per lo sport femminile in un atto deliberativo del Comune di Catenanuova. Tale documento riconosce la centralità di strumenti che favoriscono la prevenzione di fenomeni discriminatori di qualsiasi tipo, diffondendo una cultura di opportunità uguali per tutte le persone, dove è praticata la competizione leale ed esclusa la violenza verbale e fisica, in cui condivisione, empatia, sostegno e regole di educazione siano la regola dei comportamenti di tutte e tutti”.

Allo sport – ha sottolineato l’assessora Mazzaglia – devono poter accedere in eguale maniera uomini e donne, ma è innegabile l’esistenza di un divario che non rende paritarie le condizioni di accesso e di pratica dell’attività sportiva. Lo sviluppo dello sport femminile e il suo pieno diritto di cittadinanza sono, anche per il grande valore simbolico, un parametro di civiltà e democrazia. Dove la libertà delle donne è negata, lo sport diventa pratica da non consentire, proprio per la sua enorme portata di libertà e rispetto”.

“La pratica sportiva – ha concluso l’assessore – comincia dalla prima infanzia e deve accompagnare lo sviluppo psicofisico delle bambine, senza interruzioni o allontanamenti determinati dalla discriminazione di genere”.

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