La preoccupazione per la diffusione del crack ma anche l’esigenza di rilanciare l’immagine di Palermo capitale del volontariato hanno spinto la Regione a cambiare la destinazione di parte dei fondi che l’Ars ha stanziato nel campo delle politiche sociali e della legalità. A farne le spese sono anche le iniziative nel campo del contrasto alla cultura mafiosa varato con la legge Liberi di scegliere. La decisione emerge da un decreto della dirigente generale del dipartimento della Famiglia e delle Politiche sociali, Maria Letizia Di Liberti. Il provvedimento è arrivato ieri sulla scia di una direttiva firmata, nella stessa giornata, dall’assessora Nuccia Albano, ma un po’ a sorpresa: la gara per valutare i progetti, infatti, era già in corso. “Motivi di superiore e sopravvenuto interesse pubblico”, è la motivazione con cui è stato giustificato l’annullamento della procedura.
Cambio in corsa
“Si rappresenta la necessità di provvedere alla sostituzione dei due percorsi indicati nella precedente direttiva e, di contro, dare prosecuzione e procedere con nuove iniziative legate al tema forte ed emergente della lotta allo spaccio del crack e del rafforzamento e valorizzazione del ruolo della città di Palermo quale capitale del volontariato in Sicilia 2025”. È questo il cuore della direttiva che l’esponente del governo Schifani ha dato agli uffici del dipartimento Famiglia e Politiche sociali, chiedendo di bloccare l’iter burocratico che qualche settimana fa era stato avviato per individuare i soggetti che avrebbero dovuto occuparsi di progetti riguardanti due settori: educazione alla legalità, protezione sociale e assistenza a favore di soggetti a rischio condizionamento in ambiti mafiosi e criminali; e politiche sociali e di comunità con il coinvolgimento di associazioni, scuole e Comuni. Alle due voci erano stati riservati in totale 286mila euro, ricavati dalla rimanenza dei fondi che l’Assemblea regionale siciliana aveva varato per Comuni ed enti del Terzo settore. In origine l’Ars aveva stanziato due milioni, dei quali 1,2 già assegnati. Per la parte restante, l’assessora Albano aveva individuato quattro direttrici: oltre ai progetti compatibili con il piano Liberi di scegliere, che punta a dare alternative ai minori che crescono in famiglie mafiose, e ai progetti di comunità che interessano le scuole, l’obiettivo era quello di finanziare iniziative inerenti i diritti di cittadinanza e l’inclusione sociale dei migranti con particolare attenzione ai minori non accompagnati. I programmi adesso sono cambiati.
Tutto da capo
Prima di indire la procedura per selezionare i soggetti a cui affidare i progetti, la Regione aveva scelto di avviare una fase di consultazione preliminare a cui avevano partecipato sette operatori dei vari settori, i cui nomi non sono stati resi noti. Dopo il confronto e la raccolta dei suggerimenti su come impostare il capitolato d’appalto e, avere superato gli immancabili intoppi con le piattaforme informatiche, a metà settembre la gara è stata indetta. L’iter aveva portato anche alla nomina della commissione giudicatrice delle offerte. Tutto però dovrà essere rifatto. “Una gara può essere revocata non solo per i succitati sopravvenuti motivi di pubblico interesse e mutamento della situazione di fatto non prevedibile al momento dell’adozione del provvedimento, ma anche per nuova valutazione dell’interesse pubblico originario secondo una valutazione di opportunità”, si legge nel decreto della dirigente Di Liberti. L‘annullamento non riguarda il terzo lotto – quello che interessa i progetti in materia di diritti di cittadinanza – mentre per il quarto, riguardante i minori non accompagnati, si dovrà procedere con un iter di affidamento autonomo.
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