Strage di Capaci, l'anniversario dopo l'arresto di Messina Denaro

Strage di Capaci, il ricordo dopo l’arresto di Messina Denaro: “Si chiude un cerchio, ma la lotta continua”

Strage di Capaci, il ricordo dopo l’arresto di Messina Denaro: “Si chiude un cerchio, ma la lotta continua”

Marianna Strano  |
martedì 23 Maggio 2023

Da Maria Falcone al ministro Piantedosi, Messina Denaro al centro del dibattito dell'anniversario della strage di Capaci. Melillo: "Lo Stato non dimentica, nessun arretramento".

Il 23 maggio – nella Giornata della Legalità – si ricordano le vittime della strage di Capaci, ma in questo 2023 “turbolento” si festeggia anche un grande successo contro Cosa nostra e la mafia in generale: l’arresto del boss Matteo Messina Denaro, avvenuto lo scorso 16 gennaio.

L’ormai ex superlatitante è inevitabilmente “protagonista” dei commenti in occasione del 31esimo anniversario della morte di Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Sono queste 5 delle vittime attribuite al celebre boss, condannato in contumacia all’ergastolo dalla Corte d’Assise di Caltanissetta per la strage nel 2020. Dopo 3 anni, le celebrazioni in ricordo di Capaci si possono tenere nella consapevolezza che Messina Denaro si trova in carcere ma che – al tempo stesso – la lotta contro Cosa nostra non è né vinta né finita.

E questa doppia consapevolezza emerge nei commenti di tanti che hanno partecipato alle diverse commemorazioni della strage. Così come dalle parole dei tanti comuni cittadini che su quanto avvenuto il 23 maggio 1992 continua a cercare e chiedere risposte.

Con la cattura di Messina Denaro, mafia indebolita ma “non sconfitta”

L’ex magistrato e politico Giuseppe Ajala afferma: “La cattura di Messina Denaro chiude simbolicamente la fase stragista di Cosa nostra. Da 30 anni Cosa nostra per fortuna ha cambiato strategia, è tornata alla clandestinizzazione, non ammazza più. Il che è un fatto positivo, non illudiamoci di averla sconfitta però . Ancora la strada da percorrere c’è e non sarà breve. Ma lo Stato le ha dato colpi importanti, pensare di averla sconfitta è sbagliato, ma non sta tanto in salute”. La mafia è cambiata, lo Stato prova ad adeguarsi nella speranza di assestare il colpo definitivo contro un “cancro” della società.

Simile il commento del ministro Piantedosi in occasione dell’anniversario della strage di Capaci, reso “speciale” in parte dal recente successo dell’arresto di Messina Denaro.

“L’arresto di Messina Denaro significa la chiusura di una pagina, quella della mafia stragista che uccideva i servitori dello Stato; è una pagina che si gira ma inizia un’altra storia. La battaglia prosegue perché la mafia si è evoluta e ha cambiato il suo modo di agire, il ruolo dello Stato è quello di adattarsi a questo mutare della mafia e non retrocedere. Come disse Falcone, la mafia è un ‘fenomeno umano’ e come tale è destinato a finire, ma fino a quando ci sarà l’ultimo granello di presenza lo Stato ci metterà l’ultima goccia di sudore per combatterla”, commenta il ministro.

Si chiude il cerchio

Anche per Maria Falcone, sorella del giudice vittima della strage di Capaci, con l’arresto di Messina Denaro si è chiuso un cerchio ma non la storia della lotta contro Cosa nostra. C’è ancora troppo da chiarire, ma qualcosa sta cambiando in una società sempre più pronta a ripudiare la mafia ma in attesa di una “svolta” data dalle istituzioni.

“Io credo che con l’arresto di Messina Denaro si sia chiuso un cerchio. Si è messo finalmente al 41 bis l’ultimo dei sanguinari di Cosa nostra, quelli che sono stati responsabili delle stragi del 1992 e del 1993”, ha detto Maria Falcone durante l’inaugurazione del “Museo del presente e della memoria” a Palazzo Jung di Palermo.

Maria Falcone: “Messina Denaro non parlerà”

“Credo che la giustizia debba continuare ad andare avanti e scoprire se c’era qualcosa dietro alla mafia“, ha aggiunto Maria Falcone. Le risposte servono e, per la sorella del giudice antimafia ucciso a Capaci, non arriveranno dal boss di Castelvetrano: “Non parlare fa parte della mentalità del grande mafioso. Matteo Messina Denaro non parlerà se non attraverso un percorso di redenzione, che non credo possibile in un individuo come lui”.

Dalla strage di Capaci all’arresto di Messina Denaro, la lotta continua

In occasione del 31esimo anniversario della strage di Capaci ha parlato, citando il recente arresto di Messina Denaro, anche il procuratore di Palermo Maurizio De Lucia. Un evento che “significa uno Stato più forte e credibile e un’organizzazione mafiosa oggettivamente indebolita”. “Lo Stato aveva contratto un debito con le vittime della mafia e aveva il dovere di ripagare un debito, e non è solo la cattura di Matteo Messina Denaro”, ha aggiunto.

Lo Stato c’è e lotta ancora, anche quando lo fa “in silenzio”. Lo conferma il procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo, che nel giorno del ricordo dice: “L’arresto di Matteo Messina Denaro è la dimostrazione che lo Stato non dimentica, che conduce le sue battaglie fino alla fine”.

“Dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro non c’è nessun arretramento. Non si può in alcun modo coltivare l’illusione che cosa nostra e le altre organizzazioni mafiose siano meno pericolose rispetto al passato”, conclude il procuratore.

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