Strage di Casteldaccia, i funerali di Giuseppe La Barbera

Strage di Casteldaccia, i funerali del più giovane degli operai morti: Ballarò saluta per l’ultima volta Giuseppe

Strage di Casteldaccia, i funerali del più giovane degli operai morti: Ballarò saluta per l’ultima volta Giuseppe

Redazione  |
lunedì 13 Maggio 2024

La bara del giovane 28enne è stata portata in spalla fino in chiesa dai suoi colleghi, gli operai dell’Amap, in divisa gialla. Un applauso è risuonato tra i palazzi del quartiere di Palermo.

Il funerale di Giuseppe La Barbera, il più giovane degli operai morti nella strage di Casteldaccia è stato celebrato nella chiesa del Carmine di Ballarò. La bara del giovane 28enne è stata portata in spalla fino in chiesa dai suoi colleghi, gli operai dell’Amap, che indossavano le divise gialle. Un applauso è risuonato tra i palazzi del quartiere a Palermo.

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I presenti al funerale di Giuseppe La Barbera

Diversi gli amici e i parenti della vittima arrivati al funerale con le magliette e la foto di Giuseppe La Barbera stampata. In chiesa, la moglie Alessia, i parenti, tanti amici, ma anche diversi residenti di Ballarò e altri operai, in lacrime. Al rito hanno preso parte anche il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, il sindaco di Casteldaccia, Giovanni Di Giacinto, e il presidente dell’Amap Alessandro Di Martino.

Le parole di padre Pietro Leta

Al funerale di Giuseppe La Barbera, il 28enne morto nella strage di Casteldaccia insieme ad alcuni colleghi, padre Pietro Leta ha affermato: “Noi siamo qui per ascoltare la parola del Signore e domandargli ‘ma che è successo?’ Eri assente tu in questo momento tragico. Bisogna anticipare i pericoli che portano alla morte sul luogo del lavoro. Quante morti nel mondo del lavoro? E Giuseppe è quello più vicino a noi. Non è Gesù che ha abbandonato Giuseppe. Siamo noi che siamo incapaci di garantire un lavoro dignitoso, un pezzo di pane. Ballarò è una grande comunità che ha abbracciato la famiglia di Giuseppe. Quando è arrivata la notizia della strage nel quartiere è calato il silenzio”.

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