Rimane purtroppo in gravissime condizioni l’operaio 62enne superstite della strage di Casteldaccia, l’incidente sul lavoro costato la vita a 5 uomini nel Palermitano.
Mentre si continua a pregare per il 62enne, sono ancora in corso le indagini per chiarire i “punti oscuri” della tragedia, le cause della morte dei 5 operai – quattro dipendenti della società Quadrifoglio di Partinico e un giovane operaio interinale – e le eventuali responsabilità.
L’unico ferito superstite della strage di Casteldaccia, che è intubato, è ricoverato in Rianimazione al Policlinico di Palermo. Anche lui sarebbe rimasto intossicato dalle esalazioni di idrogeno solforato che hanno ucciso i suoi colleghi.
“Le sue condizioni sono gravissime – ha raccontato nelle scorse ore all’Adnkronos Pietro Rao, sindaco di Partinico, paese in cui vive l’operaio – Ho parlato col fratello e mi ha detto che lo hanno trovato peggiorato rispetto al giorno prima. Il fratello mi ha raccontato che quando ieri è andato a trovarlo in ospedale, gli hanno dato la busta coi vestiti che puzzavano ancora di gas… questo può dare l’idea di quale fosse ieri la concentrazione in quella cisterna”.
Sulla strage di Casteldaccia è stato aperto un fascicolo, al momento contro ignoti: si indaga per omicidio colposo plurimo. Agli inquirenti toccherà comprendere la dinamica esatta dei fatti e perché gli operatori non avessero con sé mascherine di protezione nella cisterna.
Iscriviti gratis al canale WhatsApp di QdS.it, news e aggiornamenti CLICCA QUI
Nelle scorse ore sono emersi dei dettagli: pare che 3 delle cinque vittime fossero scese nella prima stanza dell’impianto fognario per cercare di sbloccare la sonda di spurgo che era bloccata. Il tappo di liquami sarebbe saltato e avrebbe determinato la fuga dei gas letali. Gli altri colleghi sarebbero morti nel tentativo di soccorrere i malcapitati. Secondo quanto confermato dai vigili del fuoco poco dopo la tragedia, pare che nessuno degli operatori indossasse mascherine e dispositivi di protezione.
Foto da Adnkronos