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Strage di Monreale, la foto e il testimone chiave: come è stato arrestato Mattias Conti

Strage di Monreale, la foto e il testimone chiave: come è stato arrestato Mattias Conti
Mattias Conti, terzo arrestato per la strage di Monreale (1)

Foto, video e testimonianze non lascerebbero dubbi agli inquirenti: ecco i retroscena dell’ultimo arresto per la strage di Monreale.

A “incastrare” Mattias Conti, il ragazzo arrestato dai carabinieri di Palermo con l’accusa di avere preso parte alla strage di Monreale, sarebbe stata la foto pubblicata dalla fidanzata di una delle tre vittime sul suo profilo social.

Il giovane, un 19enne del quartiere San Filippo Neri, è il terzo fermato dopo la sparatoria mortale dello scorso aprile, costata la vita ai giovani Salvatore Turdo, Massimo Pirozzo e Andrea Miceli. Ѐ accusato dei reati di strage e lesioni personali aggravate – in concorso con gli altri due coetanei – Salvatore Calvaruso e Samuel Acquisto, già arrestati il 27 aprile e il 4 maggio scorsi – e di detenzione illegale e porto abusivo di pistola.

Strage di Monreale, la foto: come è stato arrestato Mattias Conti

Nell’immagine pubblicata sui social – in un post acquisito dai carabinieri – si vede Conti, insieme con un altro degli indagati. Sarebbe stato riconosciuto anche grazie a una collana indossata, raffigurante, come sembra, la foto di Lino Celesia, un giovane ucciso nel dicembre 2023 davanti a una discoteca a Palermo. A descrivere la collana sarebbe stata anche un testimone della strage di Monreale, come emerge dal provvedimento di fermo.

Il testimone “al fine di individuare l’autore della sparatoria indossante il giubbino bianco, specificava che tale individuo indossasse una collana l’immagine di Lino Celesia, un ragazzo che è morto, facendo evidentemente riferimento al giovane recentemente ucciso a seguito di una sparatoria avvenuta nel centro di Palermo”, scrive il pm.

“Effettivamente, come risulta sia dalla foto estrapolata dal social network Tik tok, scattata verosimilmente la stessa sera della sparatoria, nonché da altre fotografie, anch’esse estrapolate dai social network ritraenti lo stesso Conti, indossava una collanina con appesa una piastrina ritraente l’immagine di un ragazzo. Trattasi dunque di un riscontro dotato di rara portata individualizzante. Sicché non sussiste alcun dubbio circa la certa identificazione di Conti Matias quale passeggero del motoveicolo ed autore degli spari”, dice il pubblico ministero.

Le immagini in video determinanti

E non finisce qui. Il ruolo di Mattias Conti – e degli altri indagati – nella strage di Monreale sarebbe confermato anche da un altro filmato acquisito dalle forze dell’ordine. “Un’ulteriore granitica certezza circa la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza a carico” di Mattias Conti e di Salvatore Calvaruso e Samuel Acquisto “si ricava ancora una volta da altre fonti di prova di natura videodocumentale che hanno consentito di riprendere i tre complici nella fase immediatamente successiva ai fatti e precisamente all’atto del loro rientro presso il quartiere Zen di Palermo”, si legge nel provvedimento di fermo del 19enne.

“Le vittime potevano essere di più”

“Non vi è dubbio che la condotta di Mattias Conti – si legge ancora nel provvedimento – integri tutti gli elementi costitutivi del delitto di strage di cui all’art. 422 c.p., trattandosi del resto di contributo delittuoso corrispondente a quello posto in essere da Salvatore Calvaruso. E ancora: “Anche Conti, infatti, sparando molteplici colpi (sulla base dei rilievi della PG procedente sono stati rinvenuti 20 bossoli circa in totale), ad altezza d’uomo (alcuni proiettili, oltre ad aver colpito le vittime, hanno colpito delle fiorire alte circa un metro, un altro ha infranto il parabrezza anteriore di un’auto parcheggiata sulla strada, il tutto per come comunicato dalla PG operante e per come, in via descrittiva, si desume dal verbale di sequestro repertamento, attività all’esito della quale sono state sequestrati) in un tratto di strada molto affollato (sulla base dei resoconti effettuati dalle persone informate sui fatti erano presenti sul luogo tra le 50 e le 100 persone) ha indubbiamente messo a repentaglio l’incolumità pubblica“.

Secondo i pm, gli spari mortali dello scorso aprile avrebbero potuto provocare più morti: “È stato solo un caso che le persone attinte dai proiettili siano state solo cinque, di cui tre mortalmente, e non si siano invece prodotte più vittime – scrive il pm nel provvedimento -. L’elemento materiale caratterizzante il delitto di strage, infatti, è rappresentato dal compimento di atti aventi, obiettivamente, l’idoneità a determinare pericolo per la vita e l’integrità fisica della collettività mediante violenza (evento di pericolo), con la possibilità che dal fatto derivi la morte di una o più persone (evento di danno); l’elemento psicologico consiste nella coscienza e volontà di tali atti, con la finalità (dolo specifico) di cagionare la morte di un numero indeterminato di persone, e va desunto dalla natura del mezzo usato e da tutte le modalità dell’azione”.

“È proprio quanto accaduto nel caso di specie: la condotta dell’indagato (e dei suoi complici) ha certamente messo a repentaglio la vita di una pletora sterminata di soggetti presenti sul luogo dei fatti (non solo di quelli deceduti e di quelli causalmente feriti) ma altresì di qualsivoglia passante o soggetto che si trovasse nei paraggi per mera casualità, non previamente individuato quale bersaglio della condotta posta in essere. Il numero dei colpi esplosi e il luogo in cui è avvenuto il fatto non lascia spazio ad alcun dubbio circa la sussistenza di tutti gli elementi costituivi della fattispecie del delitto di strage”.

La testimonianza su Mattias Conti e la strage di Monreale

“La notte dei fatti accaduti mi trovavo con alcuni amici al Bar Italia. Ad un certo punto notavo molta confusione e, girandomi, mi accorgevo che vi era una lite in atto tra alcuni ragazzi in prossimità del Bar 365 e della banca Unicredit. In questo stesso frangente avvertivo alcuni colpi d’arma da fuoco e decidevo quindi di scappare con la mia comitiva verso l’attività denominata ‘Sconza Joco’, situata alle spalle del bar Italia, dopo l’incrocio con Via Palermo. Prima di arrivare alla suddetta attività, mi giravo verso il bar Italia e notavo una moto di grossa cilindrata che proveniva da via Palermo e girava verso via benedetto d’Acquisto con due soggetti a bordo senza casco”. Questo è il racconto, fatto al pm, di uno dei testimoni della strage di Monreale.

“Posso riferire con certezza che il passeggero della moto di grossa cilindrata, dopo essersi alzato sulla motocicletta, estraeva dalla schiena una pistola e, dopo aver ‘scarrellato’, esplodeva diversi colpi d’arma da fuoco. In questo frangente, impaurito dagli ulteriori spari, mi chiudevo all’interno del locale”, racconta ancora il testimone. Le sue dichiarazioni sono state inserite nel provvedimento di fermo di Mattias Conti.

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