Si sono tenuti questa mattina i funerali dei tre ragazzi uccisi nella strage di Monreale
Monreale si è fermata per dare l’ultimo saluto a Massimo Pirozzo, Salvatore Turdo e Andrea Miceli, i tre giovani rimasti uccisi in una sparatoria nelle prime ore del 27 aprile scorso.
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All’interno della Cattedrale di Monreale, davanti alle grandi mani tese del Cristo Pantocratore, sono state poste le tre bare bianche tra lo strazio e il dolore generale. Nelle prime file, i parenti dei tre monrealesi, tra lacrime e abbracci. Alcuni hanno anche accusato malori. La celebrazione, alla quale ha partecipato tutto il clero monrealese, è stata officiata dall’Arcivescovo Isacchi. All’esterno della Basilica, migliaia di persone hanno seguito la cerimonia attraverso i maxischermi.
Funerali dei giovani uccisi a Monreale, l’omelia di Isacchi
“Nel nostro cuore c’è tristezza, ma anche angoscia e paura – ha detto Isacchi durante l’omelia – ma vogliamo rivolgerci a Dio con la nostra fede, a lui affidiamo questi nostri tre figli e i loro familiari. È il momento in cui lasciamo che sia la parola di Dio a confortarci”. “Essere davanti a questi corpi ci pone di fronte alla situazione sociale in cui siamo immersi, caratterizzata troppo spesso dalla violenza: non sappiamo più parlare, dobbiamo urlare; non sappiamo più dialogare, dobbiamo inveire; non sappiamo ascoltare, dobbiamo imporci… da qui, agli atti di violenza fisica e di morte il passo è veramente breve, come ci mostra la cronaca quotidiana”. “Care mamme Antonella, Giusi e Debora; cari papà Mario, Giacomo ed Enzo; cari Claudia, Marco, Giusi, Giuseppe, Ignazio, Sabrina, Marika e Gabriel Ignazio; cari nonni, cari familiari tutti, insieme con voi piange tutta Monreale. Piangono, inoltre, tanti uomini e donne – genitori, figli, educatori – che da tutta Italia hanno espresso il loro cordoglio e la partecipazione al nostro dolore e alla nostra preghiera”.
Gli applausi, palloncini e il cordoglio della città per i tre ragazzi
Dopo la celebrazione, applausi liberatori, palloncini e colombe bianche hanno seguito i tre feretri. Un lungo corteo per le strade della città è stato accompagnato da canti, urla e richieste di giustizia, così come era avvenuto anche durante il rito religioso, durante il quale la cognata di una delle vittime ha preso il microfono facendo appello alle istituzioni. “Non chiediamo altro che giustizia, solo così potremo trovare un minimo di conforto”. Anche la mamma di Massimo Pirozzo ha voluto parlare al pubblico, alle migliaia di persone accorse in piazza a Monreale, sottolineando quanto fosse buono e bello il figlio. Ha ringraziato tutti per la vicinanza e ha invitato tutti a superare insieme questo dolore. “Non possiamo perdonare” ha detto il fratello. “Come si può? Alle istituzioni chiedo di prendere provvedimenti, soprattutto a quelli che ci comandano dall’alto. Per loro è stato tutto normale. Non so se sarà fatta giustizia, ma me lo auguro veramente”.