Strage Palermo, interrogatorio figlia 17enne: nessun pentimento

Strage Palermo, interrogata la figlia 17enne: la conferma del racconto degli orrori e nessun segno di pentimento

marikacontarino

Strage Palermo, interrogata la figlia 17enne: la conferma del racconto degli orrori e nessun segno di pentimento

Redazione  |
giovedì 28 Marzo 2024

La giovane è stata ascoltata dalla pm Claudia Caramanna per ben sei ore, avvalorando ancora una volta quanto raccontato a febbraio.

La figlia 17enne di Giovanni Barreca, nel corso di un interrogatorio durato sei ore, non ha sconfessato quanto raccontato la prima volta alla procuratrice per i minorenni di Palermo Claudia Caramanna e anzi sembra aver fornito ulteriori dettagli.

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Un lungo confronto quello tra la ragazza di 17 anni detenuta nella sezione femminile dell’istituto penale per i minorenni di Roma e la procuratrice di Palermo. La ragazza è stata sentita alla presenza di uno psicologo e del suo difensore, Carmelo Salamone.

L’interrogatorio della 17enne: nessun segno di pentimento

Secondo quanto si apprende, non avrebbe mostrato alcun cenno di ravvedimento. La ragazza ha risposto alle domande della procuratrice confermando il primo racconto in cui di fatto ammetteva i tre delitti.

È la seconda volta che la giovane viene sentita dalla Procuratrice dei minori, Claudia Caramanna, alla luce dei riscontri investigativi ottenuti dai Carabinieri nel corso delle indagini. Già a febbraio, durante il primo interrogatorio, la figlia 17enne aveva confessato di avere partecipato alle torture e all’omicidio della madre e dei due fratelli, convinta che il demonio fosse entrato in casa.

Lei stessa lo ha confessato ai magistrati della Procura dei minori che la seguivano, dopo l’arresto del padre, reo-confesso, anche se nel corso degli interrogatori l’uomo non ha mai parlato. La giovane è accusata di omicidio plurimo e occultamento di cadavere.

“Credo in Dio e nei demoni”

“Il rito collettivo era iniziato da un mese e coinvolgeva tutta la famiglia Barreca e la coppia formata da Massimo Carandente e Sabrina Fina. Erano tutti preda di un delirio mistico“, aveva raccontato il procuratore di Termini Imerese Ambrogio Cartosio che, insieme alla procuratrice dei minori Claudia Caramanna, coordina le indagini sull’uccisione di Antonella Salamone e dei suoi due figli Kevin ed Emanuel, di 5 e 15 anni, durante la conferenza stampa.

“Credo in dio e nei demoni”, avrebbe detto la figlia 17enne alla pm nel primo interrogatorio. L’unica superstite della strage, dunque, era stata risparmiata perché avrebbe condiviso il progetto e la realizzazione della stessa. La ragazza aveva anche raccontato che per liberare la casa, la madre e il fratellino minore dal diavolo avevano pregato per settimane. Poi, non sortendo risultati, sarebbero passati alle violenze, cercando di far uscire satana dai corpi dei familiari con la forza. Insieme al padre e ai complici l’adolescente ha torturato la madre, contraria ad andare avanti. La donna sarebbe stata presa a colpi di padella, trafitta con l’attizzatoio del camino e ustionata col phon.

Gli altri indagati e la sepoltura dei due fratellini

Dopo l’interrogatorio della figlia 17enne, ad aprile verranno sentiti anche gli altri tre indagati: Giovanni Barreca, Massimo Carandente e Sabrina Fina. I due fanatici religiosi si professano innocenti e vogliono essere sentiti dai magistrati per chiarire la loro posizione.

Intanto, saranno seppellite oggi nel cimitero di Altavilla Milicia le salme dei due fratellini Kevin e Emanuel Barreca. Le bare erano in deposito perché non c’erano loculi disponibili. Adesso il sindaco Pino Virga ha trovato i posti per tutte e sei le salme che si trovavano in deposito, comprese quelle dei due fratellini.

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