Stupro di gruppo a Palermo, la lettera di Cristian Maronia

Stupro di gruppo a Palermo, parla uno degli imputati: “Chiedo scusa alle donne che amo”

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Stupro di gruppo a Palermo, parla uno degli imputati: “Chiedo scusa alle donne che amo”

Redazione  |
martedì 17 Settembre 2024

Continua il processo agli indagati per il caso di violenza sessuale che ha sconvolto Palermo lo scorso anno.

“Chiedo scusa alle donne che amo”: a parlare è uno dei giovani indagati per lo stupro di gruppo al Foro Italico di Palermo, Christian Maronia, in una lettera resa nota durante l’udienza del 9 settembre scorso.

Il processo per il caso di violenza sessuale che pochi mesi fa ha sconvolto Palermo si svolge a porte chiuse, ma parte della lettera è stata diffusa nelle scorse ore.

Stupro di gruppo a Palermo, la lettera di Cristian Maronia

“È da un anno che sono stato catapultato in un posto ostile che non fa parte di me o della mia vita, è da un anno che vivo con la paura ma soprattutto con la vergogna e con un peso sulle spalle che non riesco a reggere più”: inizia così la lettera del più giovane degli indagati per lo stupro di gruppo di Palermo.

“Non c’è stato un giorno o una notte in cui non abbia pensato a questa storia. Ci sono state notti in cui non ho dormito per tutto ciò e mi ero convinto anche io che avessi compiuto quest’atto abominevole senza averlo compiuto”.

Il giovane indagato – minorenne all’epoca dei fatti e recentemente condannato in primo grado – chiede scusa “alle donne che amo, mi sento in colpa per aver sbagliato con le donne della mia vita, donne di moralità sana e principi cristiani, mi sento in colpa per aver tradito l’amore e la fiducia della mia fidanzata e, nonostante ciò ha creduto in me, mi sento in colpa con mia madre e mia sorella, per aver tradito il loro affetto”.

“Sono stato additato – ha aggiunto Maronia – di non avere avuto pentimento, il mio pentimento è quello che ho appena descritto. Ho tradito l’onestà delle donne che amo, il vero pentimento è dolore e questo dolore a me non sta passando. Detto ciò, ho piena fiducia nella giustizia e spero che sia fatta giustizia per tutte quelle vere vittime che subiscono giorno per giorno questi atti innominabili”.

L’accusa: “Era consenziente”

“Lei ci stava, era consenziente. È vero che tutti abbiamo bevuto alla Vucciria ma la ragazza era lucida, non ubriaca”. Cinque dei sei indagati maggiorenni per lo stupro del Foro Italico avrebbero sostenuto questa tesi nel corso del processo, l’ultima volta appena pochi giorni fa.

Il 27 settembre è in programma la prossima udienza per la requisitoria del pm e gli interventi dell’avvocato Carla Garofalo che difende la ragazza, che sostiene di non aver mai dato il proprio consenso al rapporto sessuale e di essere stata stuprata e umiliata dal “branco”.

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Immagine di repertorio

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