Sua maestà il Nero d’Avola, re dei vini siciliani - QdS

Sua maestà il Nero d’Avola, re dei vini siciliani

redazione

Sua maestà il Nero d’Avola, re dei vini siciliani

Salvo Ognibene  |
mercoledì 07 Dicembre 2022

Sono circa 50 milioni le bottiglie prodotte e garantite dalla “Doc Sicilia” e dal Consorzio che ne segue l’iter. Il presidente Rallo: "Sta contribuendo nel far conoscere sempre più l’Isola nel mondo"

Vitigno dal carattere impetuoso e attraente, ma che al contempo si lascia addomesticare: plastico nelle sue manifestazioni, si rinnova a seconda delle esigenze del consumatore, stando al passo ad ogni tempo. Il Nero d’Avola racconta la storia della viticoltura siciliana ma ben si è integrato nel presente grazie ad un cambiamento graduale che lo rende oggi contemporaneo e apprezzato nell’isola e soprattutto fuori: sono circa 50.000.000 le bottiglie prodotte e garantite dalla DOC Sicilia e dal Consorzio che ne segue l’iter sin dalla sua produzione.

“Credo che il Nero d’Avola di oggi si presenta perfettamente – racconta Giuseppe Bursi, vicepresidente del Consorzio Doc Sicilia – grazie alla sua acidità e freschezza, i profumi possono essere valorizzati attraverso le tecniche enologiche che comprendono anche l’uso del legno. L’impegno del Consorzio è continuo e incessante ma si adatta alle richieste delle diverse nazioni del mondo e naturalmente cambia anche nell’approccio comunicativo, rivolgendosi ad pubblico giovane anche attraverso i social network”

Dalla liquirizia al tabacco fino al peperoncino, sentori di spezie e ciliegie, colore rubino più o meno intenso, brillante, vivace, con riflessi violacei o granati: considerato il vitigno a bacca rossa più importante della Sicilia, il Nero D’Avola Doc Sicilia conferma il trend positivo in atto dal 2018, quando le bottiglie erano circa 10 milioni.

“Il Nero d’Avola è un prodotto che esprime in modo universalmente apprezzato caratteristiche territoriali e culturali proprie dell’isola – sottolinea Antonio Rallo, presidente del Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia – e sta senza dubbio fornendo un contributo prezioso nel far conoscere sempre di più la Sicilia nel mondo con le sue eccellenze”. Le attività del Consorzio di tutela vini DOC Sicilia, nato nel 2012 con l’obiettivo di rappresentare il vino del territorio siciliano e promuovere la denominazione DOC Sicilia, con azioni di promozione mirate alla crescita della visibilità di un marchio simbolo del Made in Italy oggi racconta di 7.902 viticoltori e 530 imbottigliatori promotori della Denominazione di Origine Controllata.

Oggi la superficie vitata dell’isola è di 97.080 ettari (dati 2021 fonte Sian) 65% in collina, 30% in pianura, 5% in montagna (63.400 ettari di uve bianche e 35.080 ettari di uve a bacca rossa di cui 15.387,36 di Nero d’Avola e 8.551,95 quelli rivendicati dalla Doc Sicilia), il vigneto siciliano è tra i più estesi d’Italia e in Europa è grande tanto quanto l’intero vigneto tedesco. Numeri che identificano il giusto trend della viticoltura siciliana che fa ben sperare anche per il futuro stesso dell’agricoltura nell’isola che oggi rappresenta la più grande area vinicola biologica in Italia (30% della superficie italiana): la maggior parte della produzione dell’uva a bacca rossa più rappresentativa della Sicilia si identifica con le province di Agrigento (5.105 ettari) e Trapani (4.174), seguono Caltanissetta (2.701), Palermo (1.363) e poi in ordine, tutti sotto i 1.000 ettari, Siracusa, Ragusa, Catania, Messina ed Enna.

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