Sul suo terreno in 10mila per rave, proprietario: danni per 300mila euro

Sul suo terreno arrivarono in 10mila per un rave, proprietario: “Norma giusta, ho avuto danni per 300mila euro”

ritacinardi

Sul suo terreno arrivarono in 10mila per un rave, proprietario: “Norma giusta, ho avuto danni per 300mila euro”

Redazione  |
giovedì 03 Novembre 2022

''Il terreno che fu invaso e occupato per giorni era ridotto così male che l’anno successivo non l’ho potuto neanche seminare, quindi ho perso il raccolto'' ha raccontato

“Ho avuto 300mila euro di danni. La nuova norma è giustissima”. Lo dice in un’intervista a ‘Qn’ Piero Camilli, proprietario del terreno dove nel 2021 si svolse il rave di Valentano. Sul suo terreno per otto giorni si accamparono circa diecimila persone. ”Ragazzi non solo italiani, ma provenienti anche da Finlandia, Repubblica Ceca, Olanda, Francia, Inghilterra, Spagna e Germania – Tutti chiamati a raccolta con il tam tam sui social e senza operazioni di contrasto in grado di bloccare l’arrivo di quel fiume di persone”. Camilli sottolinea appunto che la norma antirave ”è una regola giustissima” e che ”sbagliato è ciò che è accaduto finora”. E a chi dice che sia una limitazione della libertà risponde: ”Casomai sono stato io nel 2021 a vedermi privato della sacrosanta libertà di difendere la mia azienda. E anche di utilizzarla in seguito”.

‘Il terreno che fu invaso e occupato per giorni era ridotto così male che l’anno successivo non l’ho potuto neanche seminare, quindi ho perso il raccolto”, aggiunge. ”Oltre al danno del terreno poi improduttivo, ho avuto porte degli annessi sfasciate, furti di gasolio, latte rubato, una cinquantina di pecore uccise dai cani dei partecipanti, pozzo dell’acqua rotto e il fuggi fuggi degli ospiti dal mio agriturismo che confina con il terreno dove si svolgeva il rave – racconta – E quei turisti durante il resto dell’estate non li ho più rivisti”.

Parlando di ristori, Camilli sottolinea che ”il Comune qualcosina fece. Fece rimuovere i rifiuti, quintali di rifiuti, ma tutto è finito così. Poi ci ha dovuto pensare il sottoscritto, pagando di tasca. Eppure avevo chiesto una cosa”. ”Di sequestrare i 7-8 camion con cui erano arrivati e gli impianti stereo giganteschi che avevano montato – spiega – Potevano servire come garanzia per il risarcimento danni”. Io, conclude, feci ”causa al ministero dell’Interno chiedendo i 300mila euro di risarcimento. L’udienza ci sarà a dicembre. Se vinco, li prendo e li devolvo alla Croce rossa della quale sono socio”.

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