Rifiuti, rinnovabili, cementificazione selvaggia e parchi: bocciati in tutti gli indicatori dell'Istat. Se in Italia in media ogni abitante ha sono trentatré metri quadrati di verde urbano, nell'Isola è la metà nell’Isola
PALERMO – Rifiuti, rinnovabili, cementificazione selvaggia e verde urbano sono quattro dei numerosi indicatori utilizzati per la misurazione del benessere equo e sostenibile (bes) che periodicamente l’Istat analizza per valutare lo stato di salute delle province italiane. Pessima la performance delle isolane che hanno fatto registrare risultati decisamente inferiori alla media italiana, posizionandosi lontanissime dalle realtà più virtuose.
RIFIUTI IN DISCARICA: RESTA IL RITARDO MA SI MIGLIORA
Tra il 2012 e il 2018, la Sicilia ha nettamente ridotto la propria quota di rifiuti smaltiti direttamente in discarica, passando dal 95,4% al 69,1%. C’è, tuttavia, poco da festeggiare, considerando che le migliori regioni si trovano al di sotto del 10%: la Lombardia, ad esempio, è addirittura al 4% con una sistema di termovalorizzatori che consente di valorizzare energeticamente i rifiuti urbani prodotti. In Italia il dato medio di conferimento in discarica è addirittura al 21,5%, un terzo di quello siciliano. Andando in dettaglio, i risultati peggiori si sono registrati nelle province di Siracusa, Caltanissetta e Agrigento. A Catania e Palermo il dato oscilla intorno al 50% del totale. Numeri che continuano a preoccupare per la tenuta del sistema, anche perché, nelle scorse settimane, la Commissione Ecomafie del Parlamento nazionale ha dato alla discarica di Motta Sant’Anastasia meno di 18 mesi prima di saturarsi.
POCO VERDE URBANO
In Italia il dato medio di verde urbano è pari a 32,8 mq per abitante, cioè il doppio del valore medio registrato nell’Isola. Tra le province isolane c’è solo Agrigento che riesce a spingersi oltre il valore medio nazionale (92 mq per abitante), mentre il record negativo, tra le siciliane, spetta a Trapani (5,9 mq per abitante).
FONTI RINNOVABILI
I dati Terna certificano anche il ritardo siciliano sul fronte delle energie rinnovabili. Nell’ottica della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, l’Italia ha toccato quota 34,3%, mentre la Sicilia si è fermata a 27,2%, ben sette punti percentuali in meno. Una tendenza in ritardo rispetto alla corsa nazionale che era già stata evidenziata anche ultimo rapporto del Gestore dei servizi energetici titolato “Fonti rinnovabili in Italia e nelle Regioni 2012-2018”, diffuso all’inizio di agosto, nel quale si evidenzia come la Sicilia abbia fallito gli obiettivi del 2018 in termini di quota di consumi di energetici “coperti” da fonti rinnovabili, un target previsto da un decreto nazionale (burden sharing) che fa riferimento a una direttiva comunitaria.
CONSUMO DI SUOLO: LA SICILIA CONTINUA A CRESCERE
Anche i dati sull’impermeabilizzazione dei suoli, un passaggio determinante nella predisposizione del territorio agli effetti nefasti dei fenomeni meteorologici estremi, ha fissato in Italia un dato pari al 7,64%, ancora lievemente inferiore a quello isolano (7,22). Tuttavia la Sicilia continua a crescere, seppur di poco, grazie anche al dato record della provincia di Ragusa (15,40, il doppio del dato nazionale), e poi Siracusa (9,70) e Catania (8,40) che si sono spinti oltre la media italiana.
I DATI BES
Dal 2018 l’Istat pubblica un sistema di indicatori del Benessere equo e sostenibile nelle province e città metropolitane italiane. Nel corso degli anni il “dibattito sulla misurazione del benessere degli individui e della società ha riscosso una crescente attenzione anche da parte delle istituzioni locali che, in collaborazione con l’Istat, hanno avviato progetti basati sul paradigma del Bes, anche esplorando le potenzialità ancora inespresse dei giacimenti informativi di carattere amministrativo comunali e provinciali”.