Tante critiche contro l’ordinanza che vieta gli assembramenti nell’area industriale - QdS

Tante critiche contro l’ordinanza che vieta gli assembramenti nell’area industriale

Luigi Solarino

Tante critiche contro l’ordinanza che vieta gli assembramenti nell’area industriale

sabato 25 Maggio 2019

Sotto la sede della Prefettura aretusea si è svolto un sit-in per chiedere la revoca del provvedimento. Il segretario regionale della Cgil, Pagliaro: “è un chiaro attacco alla libertà dei lavoratori”

SIRACUSA – L’ordinanza prefettizia ex art. 2 T.U.L.P.S. n°27389 dello scorso 9 maggio che “vieta assembramenti di persone e/o automezzi in alcune arterie stradali della zona industriale di Priolo con effetto immediato e fino al 30 settembre 2019” ha suscitato numerose critiche. Tra queste quelle dei tre sindacati Cgil, Cisl e Uil.

Il segretario regionale della Cgil, Michele Pagliaro, ha dichiarato: “L’ordinanza del prefetto di Siracusa, che vieta gli assembramenti di persone negli spiazzi antistanti agli impianti petrolchimici dei comuni di Siracusa e Priolo, è un chiaro attacco alla libertà dei lavoratori, garantita dalla Costituzione, di manifestare e unitariamente stiamo valutando la possibilità di ricorrere contro il provvedimento”.

“è evidente – prosegue Pagliaro – che si respira aria di limitazione delle libertà democratiche. O perlomeno di tentativi in questa direzione che ovviamente saranno contrastati dalla società democratica, come per ultimo dimostrato nel caso della professoressa di Palermo, ‘rea’ di avere garantito la libertà di pensiero e di espressione dei suoi alunni e per questo sospesa”. “Il caso di Siracusa e quello della docente palermitana – conclude il segretario regionale della Cgil – sono due episodi gravissimi, dallo spiccato sapore intimidatorio. Noi siamo con i lavoratori che legittimamente protestano nel rispetto delle leggi vigenti”.

Sotto la sede della Prefettura di Siracusa si è svolto un sit-in, organizzato dal “Movimento Aretuseo per il lavoro la sicurezza e le bonifiche”, per chiedere la revoca dell’ordinanza. Il “Movimento Aretuseo”, tramite un volantino, ha affermato: “Signor Prefetto, per un attimo si metta la tuta blu e passi da questo lato, quello del popolo bistrattato, che giornalmente viene buttato fuori dai cancelli, in mezzo ad una strada, dopo una vita di lavoro o che pur lavorando continuamente è precario da una vita, o di chi costretto per necessità ad accettare una paga globale di 5 euro l’ora. Come Movimento Aretuseo non potremo, nostro malgrado, rispettare la Sua ordinanza proprio li, dove noi lavoratori e popolazioni giocheremo la nostra battaglia fino a quando non si rispetti la nostra terra e la nostra gente”. A detto sit-in hanno preso parte anche il “Comitato Stop Veleni – Augusta, Priolo, Melilli, Siracusa” e una rappresentanza della Cgil guidata dal segretario provinciale, Roberto Alosi. Al termine del sit-in una delegazione dei manifestanti è stata ricevuta in prefettura per esporre la contrarietà all’ordinanza.

I rappresentanti del “Comitato Stop Veleni”, subito dopo l’incontro, hanno dichiarato: “Ribadiamo la nostra intenzione di proseguire nelle attività di sensibilizzazione attiva sul territorio, rispettando i regolamenti vigenti, col chiaro intento di collaborare ad un miglioramento delle condizioni ambientali e di salute che non può prescindere dalla bonifica dei siti industriali dismessi e dalla messa in sicurezza di quelli produttivi”. La Prefettura, in risposta, ha reiterato la propria “Volontà di apertura e reciproco confronto sui temi indicati, dichiarando che nella propria funzione di organo periferico del Ministero dell’interno e dunque in rappresentanza del Governo, ha il compito di contemperare i diritti di ognuno garantendone la sicurezza e vigilando affinchè non siano violate le norme di legge”.

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