Taormina a giugno la normalizzazione di Asm - QdS

Taormina a giugno la normalizzazione di Asm

Taormina a giugno la normalizzazione di Asm

mercoledì 15 Aprile 2020

L’obiettivo è rispettare i tempi fissati per deliberare l’attesa fine della procedura di liquidazione. Resta da chiudere la difficile partita dei bilanci, mentre si attende la bozza del nuovo Statuto

TAORMINA (ME) – Una messa in mora “concordata” ai tempi del Coronavirus. È la strana procedura di diffida che, nei giorni scorsi, l’Azienda servizi municipalizzati di Taormina ha deciso di avanzare nei confronti del Comune, esigendo crediti per 1 milione e 795 mila euro più interessi. Una somma che riguarda la differenza che risulterebbe nei conteggi del cosiddetto “dare/avere” tra le parti, ovvero tra il sostegno economico per i servizi pubblici che l’azienda svolge per conto del Comune, e i guadagni che toccano alla casa municipale dagli incassi prodotti dall’azienda stessa.

La richiesta è stata firmata dal commissario liquidatore di Asm, Antonio Fiumefreddo, indirizzata al Consiglio comunale – che è l’organo da cui dipenda l’azienda – e per conoscenza al sindaco e al segretario generale, risultanza dei conteggi fino al 2017, escluse quindi le ultime due annualità.

Una procedura che ha scosso, per qualche giorno, gli ambienti di Palazzo dei Giurati, soprattutto sul fronte dell’opposizione, che ha giudicato la mossa azzardata e inspiegabile in un momento di crisi socio-economica come quello attuale e segno di una possibile rottura tra l’Amministrazione del sindaco Mario Bolognari e il manager catanese, che era stato assoldato lo scorso agosto proprio per mettere la parola fine alla liquidazione che si trascina dal 2011. Il caso, in realtà, è stato poi subito risolto con una nota della maggioranza nella quale, oltre a rinnovare la fiducia nel lavoro di Fiumefreddo, viene spiegato che la procedura di diffida è in realtà un passaggio dovuto, affinché il Consiglio comunale non cadesse nella “responsabilità per danno erariale” che sarebbe scattata da aprile, interrompendo i termini di prescrizione. Tra l’altro, la somma richiesta da Asm – alla quale si aggiungono altri 53 mila euro per dei lavori straordinari sull’illuminazione pubblica – sarebbe stata concordata tra le parti addirittura da gennaio, nell’ambito della revisione dei bilanci, dal 2011 in poi, sulla quale si sta lavorando.

Prassi dovuta, quindi, e niente di anomalo all’orizzonte. In linea anche con le pesanti riserve che il Collegio dei Revisori dei conti ha ripetutamente denunciato sui bilanci comunali. I pareri negativi sul rendiconto 2017 e sui previsionali 2018 e 2019, si basavano infatti quasi esclusivamente sulle criticità di Asm, non solo per la perdurante mancanza dell’atto liquidatorio, ma anche perché, scrivevano i revisori, l’azienda non può continuare a operare senza controllo da parte del Comune, ovvero senza contratti di servizio, e non può per questo vantare somme nel rapporto del dare/avere senza un accordo condiviso e dettagliato. Accordo che adesso è arrivato e, inoltre, sbugiarda i 6 milioni e mezzo di euro che in passato altre gestioni aziendali avevano avanzato nei confronti di Palazzo dei Giurati. Nel Bilancio di previsione 2019, l’Amministrazione aveva anche accantonato 3,2 milioni di euro, proprio come fondo destinato ai servizi resi da Asm fino al 2018.

Procede dunque il lavoro di “normalizzazione” dell’azienda, che l’Amministrazione Bolognari sta tentando di portare a termine entro giugno, quando si spera che il Consiglio comunale possa deliberare la fine della liquidazione e il ritorno a una società di capitali controllata dal Comune. Per fare questo, è attesa la bozza di delibera dal commissario e il nuovo Statuto, al termine del confronto con il team di legali assoldati al Palalumbi proprio per tale scopo. Tre professionisti del foro di Catania – Vincenza Bonaviri, Carmelo Tafuri e Giuseppe Beretta – rispettivamente esperti in diritto societario, diritto amministrativo e diritto del lavoro. Allo stesso tempo, dovranno considerarsi finalmente certificati i bilanci aziendali dal 2011 in poi, così come richiesto dalla Corte dei Conti e causa stessa della messa in liquidazione.

Twitter: @MassimoMobilia

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