L’Amministrazione sceglie Fiumefreddo per sbrogliare la matassa chiamata Asm - QdS

L’Amministrazione sceglie Fiumefreddo per sbrogliare la matassa chiamata Asm

Massimo Mobilia

L’Amministrazione sceglie Fiumefreddo per sbrogliare la matassa chiamata Asm

mercoledì 04 Settembre 2019

Al nuovo liquidatore, subentrato a Pappalardo, il compito di chiudere un iter avviato nel 2011. La liquidazione dell’Azienda servizi municipallizzati di Taormina deve arrivare a conclusione

TAORMINA (ME) – Nuova stagione per l’Azienda servizi municipalizzati di Taormina: con il voto favorevole dei consiglieri di maggioranza – e la contestuale uscita dall’Aula di quelli di minoranza – la seduta di Consiglio del 29 agosto ha investito Antonio Fiumefreddo del ruolo di nuovo liquidatore della partecipata comunale.

Con un passato tra i top manager della Regione siciliana, prima alla guida di Sicilia Patrimonio immobiliare, poi di Riscossione Sicilia ai tempi di Rosario Crocetta, l’avvocato catanese approda così nella Perla dello Ionio, per tentare di sbrogliare una delle matasse più complicate dell’ultimo decennio sul Monte Tauro.

La liquidazione di Asm, che dura ormai dal 2011, dev’essere portata a conclusione. Così vuole l’Amministrazione del sindaco, Mario Bolognari, che per riuscire laddove i predecessori non hanno avuto fortuna, ha deciso di chiudere la gestione ad interim del comandante della Polizia locale, Agostino Pappalardo (in Asm dal 2014), e chiamare Fiumefreddo, ovvero uno dei tecnici politicamente più discussi, quanto contesi, del panorama siciliano.

Non sono bastati 44 emendamenti della minoranza (tutti puntualmente bocciati), a ostacolare la revoca di Pappalardo e poi la nuova nomina, di fronte a una maggioranza che ha mostrato i muscoli in tutta la sua compattezza. Erano già diversi mesi, infatti, che l’Amministrazione tentava di invertire la rotta in seno ad Asm, definita dal sindaco “un cancro per il Comune”. Il primo provvedimento del 2019, per esempio, era stato proprio un Atto di indirizzo rivolto alla municipalizzata, per la riduzione e la razionalizzazione dei costi, con un monitoraggio costante di entrate e spese, budget previsionali, report trimestrali e controlli di scostamento su ogni singola voce.

Sono principalmente i bilanci di Asm, infatti, ad aver frenato in questi anni la corretta approvazione dei conti economici comunali. Da quando nel 2011, e poi nel 2012, la Corte dei Conti si era pronunciata negativamente sui bilanci dell’Azienda, il Consiglio comunale non se l’era più sentita di portare in aula i documenti contabili. Di conseguenza, tutte le annualità contabili sono ancora da certificare. Compito per il quale era stato chiamato il consulente fiscale Enrico Spicuzza.

Eppure, dopo la pesante situazione debitoria – di circa 4 milioni e mezzo di euro – che aveva portato alla scelta della liquidazione, Asm ha conosciuto una gestione di cassa favorevole, grazie agli incassi di parcheggi e funivia, chiudendo sempre in attivo dal 2014 sotto la guida di Pappalardo. Al contempo, però, non si è mai risolta la famosa questione delle “compensazioni”, tra la parte di ticket che l’Azienda deve versare ogni anno al Comune, e la parte che di contro la casa municipale dovrebbe destinare per il mantenimento di servizi che Asm svolge per la città, come l’acquedotto, l’illuminazione pubblica o il trasporto scolastico. Punto sul quale Pappalardo non si è trovato propriamente d’accordo con l’Amministrazione.

L’ultimo provvedimento da liquidatore è stato infatti una richiesta di oltre 6,5 milioni di euro al Comune, riferito agli anni dal 2015 in poi, a fronte di un versamento da 3,2 milioni di euro per i ticket dovuti fino al primo semestre di quest’anno. “Un problema che risolveremo in tempo senza azioni unilaterali”, ha detto sul tema Bolognari, che non è mai stato favorevole in materia alla via delle compensazioni, perché “Asm non può funzionare come un privato”, aveva già detto in Consiglio comunale. Tradotto: se l’Azienda produce un guadagno, il guadagno è del Comune, e va reinvestito in funzione di servizi aziendali. In caso di passivi, invece, sarà sempre il Comune a dover coprire la parte scoperta.

Tutto adesso nelle mani di Fiumefreddo, che ha incassato la fiducia della maggioranza ma che, stando ai rumor di palazzo, sembra che prima di accettare abbia avuto garanzie sulla necessità di “mani libere” da condizionamenti politici, insieme all’impegno di guidare una liquidazione a tempo, per giungere alla chiusura nel giro di otto mesi.

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