Dopo il giudizio positivo espresso dalla Commissione per la Stabilità finanziaria degli Enti locali, il Municipio può guardare a un futuro migliore sul fronte economico e degli investimenti sul territorio
Il Comune sembra essersi lasciato definitivamente alle spalle il dissesto finanziario. Lo ha stabilito nei giorni scorsi la Commissione per la Stabilità finanziari degli Enti locali, presso il ministero dell’Interno, presieduta dal sottosegretario Wanda Ferro. Una procedura che doveva chiudersi entro il primo semestre dell’anno, secondo il cronoprogramma dell’Amministrazione comunale, e così stato, dopo che la Commissione straordinaria di liquidazione – composta da Lucio Catania, Maria Di Nardo e Teresa Giallongo – aveva approvato il Piano di estinzione del dissesto il mese scorso.
Si chiude così una storia triste per la capitale del turismo siciliano che era iniziata tre anni fa, con delibera del Consiglio comunale (n. 66 del 22 luglio 2021) sotto la sindacatura di Mario Bolognari, per far fronte a 18 milioni di euro di debiti fuori bilancio fino al 2020. Una decisione che aveva portato appunto al commissariamento dei conti, con la nomina dell’Organo straordinario di liquidazione da parte della Presidenza della Repubblica, insediatosi poi a novembre del 2021.
Il lavoro di questi anni con Cateno De Luca alla guida
In questi anni il lavoro si è focalizzato soprattutto sull’accertamento dei crediti vantati nei confronti del Comune e sulla conseguente proposta transattiva ai creditori. D’altro canto, soprattutto nell’ultimo anno con l’avvento della nuova Amministrazione guidata dal sindaco Cateno De Luca, è stata intrapresa una politica fiscale restrittiva, incentrata sulla stretta ai tributi locali, attraverso una totale revisione delle bollette di acqua e Tari, oltre alle cartelle relative all’Imu, che hanno assalito la maggior parte della popolazione che non pagava da anni. Taormina soffriva infatti di un’incapacità cronica di riscossione superiore al 65%. Una soglia che, con l’approvazione del Bilancio di previsione 2024 e del triennale 2024/2026, lo scorso dicembre, si era ridotta al 47%. Tradotto in numeri, sarebbero mancati ancora qualcosa come 34 milioni di euro.
Il passaggio fondamentale dei risanamento dei conti
Passaggio fondamentale per il risanamento dei conti e l’uscita dal default, è stata però la chiusura del famoso Lodo Impregilo, grazie a una maxi transazione da 23 milioni di euro che ha messo la parola fine su un contenzioso durato decenni e che da solo rappresentava circa 40 milioni di euro di debiti per il Comune.
Insomma il peggio sembra essere passato e la città può finalmente ripartire, soprattutto sul fronte della spesa per investimenti. Il sindaco, Cateno De Luca, ha manifestato tutto il proprio apprezzamento, addossandosi i meriti del risultato: “Senza il salva Taormina il Comune non sarebbe uscito dal dissesto”, ha detto il primo cittadino, riferendosi alla politica tributaria adottata dalla sua Giunta.
“Niente di più falso”, invece secondo la compagine dell’ex sindaco, Mario Bolognari, secondo i quali la fine del dissesto è solo “il risultato di un lavoro iniziato nel 2021, con un bilancio stabilmente riequilibrato approvato dal Ministero e reso operativo dal 2022”.
La reazione di Cateno De Luca sulle misure adottate nel passato
Sempre secondo De Luca però, “se la precedente Amministrazione avesse attutato le stesse misure adottate invece nell’ultimo anno, non ci sarebbe neanche stato bisogno di dichiarare dissesto”.
Insomma, il solito rimpallo di responsabilità politiche tra le parti che adesso conta poco. Conta tantissimo invece il fatto che Taormina non è più un Comune in dissesto finanziario e che può guardare così a un futuro migliore dal punto di vista economico.
Con l’approvazione del Piano di estinzione, i liquidatori dovranno pagare le ultime passività entro venti giorni dalla notifica del decreto. Entro sessanta giorni dall’ultimazione delle operazioni di pagamento, dovranno invece approvare il rendiconto della gestione e trasmetterlo all’organo regionale di controllo e all’organo di revisione contabile dell’ente, per riscontrare la liquidazione e verificare la corrispondenza tra il Piano di estinzione e l’effettiva liquidazione.