Via libera all’accordo transattivo tra Comune di Taormina e imprese: in base all’intesa l’Ente locale riconoscerà 23,5 milioni di euro a fronte dei 50 inizialmente richiesti
TAORMINA (ME) – Lungo la via che porta al risanamento dei conti e alla chiusura del dissesto finanziario, dichiarato nel luglio del 2021, il Comune ha incassato nei giorni scorsi il più importante degli accordi transattivi sul tavolo dei creditori, quello relativo al famoso Lodo Impregilo.
Una storia trentennale che ha visto Palazzo dei Giurati fronteggiarsi, lungo tutti questi anni, con la famosa ditta costruttrice che negli anni Novanta realizzò i parcheggi Lumbi e Porta Catania e il tunnel di collegamento, con varie richieste di risarcimento danni, in quello che è stato ribattezzato appunto Lodo Impregilo. La richiesta inizialmente avanzata era di 50 milioni e 777 mila euro. Adesso invece si chiuderà il contenzioso a 23,5 milioni di euro, che il Comune di Taormina ha deciso di riconoscere all’Ati, l’Associazione temporanea di imprese composta dalla mandataria Hce Costruzioni e dalle mandanti Icla, Comil e Studi e Progetti Costruzioni.
Ricordiamo infatti che nel frattempo Impregilo non esiste più e che oggi si chiama WeBuild, tra l’altro nuovamente impegnata a Taormina per i lavori del raddoppio ferroviario e per la costruzione di nuove stazioni Rfi.
È stata la Commissione straordinaria di liquidazione, composta da Lucio Catania, Maria di Nardo e Tania Giallongo, a definire l’accordo transattivo, partendo da un credito considerato ammissibile di 35,4 milioni di euro, che è stato però ricalcolato al netto delle cause ancora pendenti sempre con Impregilo, e dunque ridotto a 23 milioni e mezzo (di cui 2 milioni già pagati), che sono stati infine accettati dalla controparte. Mancano soltanto le firme definitive ma le imprese associate – secondo quanto dichiarato dai liquidatori – hanno già espressamente rinunciato a ogni giudizio in essere e a ogni pretesa vantata o da vantare.
Si chiude così la lunga storia del lodo Impregilo. Una storia iniziata nel 1989 quando la ditta costruttrice si aggiudicò i lavori a Taormina per 68 miliardi delle vecchie Lire. Poi, durante i lavori, nacquero una serie di contestazioni tra le parti che sfociarono infine, nel 1996, in una domanda di arbitrato subito dopo trasformatosi in lodo, a partire dal 1997, seguito da diversi pronunciamenti del Tribunale di Messina e della Corte d’Appello del Tribunale di Palermo. Si contano sei giudizi per altrettanti procedimenti. Due anni fa, nel 2021, era arrivata infine la sentenza favorevole per Taormina di fronte alla Corte di Cassazione, che aveva accolto il ricorso del Comune contro Impregilo nel filone principale della contesa, ovvero quello in cui il colosso edilizio aveva avanzato una richiesta di ingiunzione da 28 milioni di euro. Richiesta che era stata accolta dalla Corte di Appello di Messina, ma subito dopo impugnata da Palazzo dei Giurati. Secondo la Cassazione quella sentenza doveva essere cassata e rimandata indietro per un nuovo esame, perché le perizie di parte, che precedentemente erano state raccolte dal Tribunale messinese, non trovavano alcun riscontro oggettivo. Insomma, la sentenza con cui la Corte di Appello aveva condannato Taormina all’ingiunzione, era basata su perizie favorevoli a Impregilo che non potevano essere oggettivamente comprovate.
Il risvolto di questa vicenda ha portato infine alla definizione dell’ultimo accordo transattivo, adesso finalmente raggiunto. Il Comune di Taormina aveva infatti, negli ultimi anni, ribadito la necessità di arrivare a un’intesa bonaria, anche perché aveva a sua volta intentato una causa contro WeBuild, ex Impregilo – chiedendo un risarcimento danni da 40 milioni di euro – perché il collaudo dei parcheggi sarebbe stato fatto otto anni dopo la conclusione dei lavori, prefigurando danni materiali ed economici.