Taormina, Comune lavora per evitare ribaltone rifiuti - QdS

Taormina, Comune lavora per evitare ribaltone rifiuti

Massimo Mobilia

Taormina, Comune lavora per evitare ribaltone rifiuti

mercoledì 25 Marzo 2020

L’Amministrazione di Taormina deve produrre nuove valutazioni da sottoporre al Tar di Catania. Contenzioso giudiziario ancora in corso tra azienda Onofaro, Municipio e Tekra

TAORMINA (ME) – Mentre gli operatori ecologici sono chiamati a sanificare le strade per fronteggiare l’emergenza dovuta al Coronavirus, in città riemergono alcuni nodi legati all’affidamento per la gestione del servizio rifiuti. Il Tar di Catania, con sentenza del 16 marzo, si è finalmente pronunciato sul ricorso che era stato presentato dalla ditta Onofaro, contro il Comune e contro la Tekra che, la scorsa estate, era risultata aggiudicataria del bando per la gestione settennale del servizio, nell’ambito del nuovo Aro Taormina.

Il Tribunale amministrativo etneo ha accolto il ricorso della Onofaro che, oltre a essersi occupata del servizio nella Perla per i quattro mesi antecedenti all’espletamento della gara, era arrivata seconda nella graduatoria. Il ricorso era basato sulla consapevolezza, da parte della ditta siciliana di Naso, che l’aggiudicataria del bando non fosse in regola con tutti i requisiti richiesti. La Onofaro, inoltre, si era prodigata in questi mesi nel produrre nuove documentazioni a supporto della propria tesi, che hanno causato i ritardi del pronunciamento.

Il Tar di Catania ha ritenuto che il Comune non abbia accertato, sia nel corso della gara, sia successivamente, se sussistessero le ipotesi di “grave illecito professionale” avanzate nei confronti della Tekra. I giudici etnei hanno comunque aperto alla possibilità che Palazzo dei Giurati possa ancora fornire la valutazione mancante. Ecco perché l’Amministrazione del sindaco, Mario Bolognari, ha deciso che non fosse il caso di generare rivoluzioni, tra l’altro in un periodo di emergenza igienico-sanitaria così delicato, confermando il rapporto con la ditta campana di Angri, che il primo cittadino ha ufficializzato con l’ordinanza n. 12 del 18 marzo. Un prolungamento per il momento temporaneo, di tre mesi, che andrà in scadenza quindi il 18 giugno, durante il quale l’amministrazione conta di fornire gli approfondimenti richiesti, e poter confermare infine la validità della gara d’appalto.

Un’ordinanza che il sindaco ha definito contigibile e urgente per tutelare l’interesse pubblico, nella prosecuzione di un servizio così delicato come quello dei rifiuti. A Taormina, tra l’altro, vige ormai da un anno il sistema della raccolta differenziata porta a porta, che negli ultimi mesi ha raggiunto anche risultati eccellenti. Iniziato sotto la gestione Onofaro tra mille difficoltà, tanto organizzative quanto comportamentali, il porta a porta ha poi iniziato a dare i frutti sperati proprio con l’avvento della Tekra. Stando ai dati del dipartimento regionale Acque e Rifiuti, il Comune di Taormina ha ormai raggiunto una percentuale tale da evitare le sanzioni amministrative previste dalla legge. I dati sul 2019 aggiornati a settembre dicono, infatti, che la Perla ha raggiunto una media del 61,6% di differenziata, posizionandosi al 157esimo posto su 390 Comuni siciliani e a un tiro do schioppo dalla 127esima posizione, che rappresenta il limite minimo dei Comuni virtuosi con differenziata sopra il 65%.

L’Amministrazione Bolognari ha puntato molto sul porta a porta e adesso, a traguardo ormai raggiunto, non vuole colpi di scena che potrebbero compromettere quella che ormai è una scommessa vinta. Anche perché, così facendo, il Comune eviterà di pagare le sanzioni amministrative che invece hanno caratterizzato gli anni precedenti. Solo nel 2018, per esempio, la percentuale era ferma al 24,9% e Palazzo dei Giurati si è trovato a dover pagare quasi 100 mila euro di multa per il triennio precedente a partire dal 2016. Allo stesso tempo, la differenziata ha permesso di scovare centinaia di utenze (i numeri parlano di circa 450 evasori), che erano totalmente sconosciute all’ufficio tributi del Comune e che sono cadute nella trappola dell’anagrafe comunale, in quanto necessitavano degli appositi cassonetti in dotazione e relativo codice a barre.

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