A Taormina tempi duri per chi non paga le tasse - QdS

A Taormina tempi duri per chi non paga le tasse

A Taormina tempi duri per chi non paga le tasse

mercoledì 11 Ottobre 2023

Continua l’azione dell’Amministrazione De Luca nei confronti di quanti non hanno versato al Comune i dovuti tributi. Per il sindaco mancherebbero all’appello circa 15 milioni di euro l’anno

TAORMINA (ME) – L’evasione dei tributi locali continua a essere un problema enorme. Il sindaco Cateno De Luca ha fornito i primi dati dell’attività di verifica delle utenze, a seguito dell’istituzione di una banca dati del contribuente, creata con lo scopo di contrastare l’evasione. “Mancano all’appello – ha affermato – 15 milioni di euro l’anno di entrate e circa il 75% di evasione è rappresentato da circa il 15% di contribuenti locali di fascia ricca-benestante, che non vogliono pagare”. Al contrario di quel restante 85% di taorminesi che pagano regolarmente le tasse e che rappresentano invece, in proporzione, soltanto il 20 o 25% del valore dei tributi.

La task-force a lavoro sulle mancate riscossioni

La task-force a lavoro sulle mancate riscossioni, composta dal dirigente dell’Ufficio finanziario Angela La Torre e dai consulenti esterni, Roberto Cicala e Gianfranco Giunta, ha così dato le prime conferme alle perplessità che De Luca aveva avuto sin dai primi giorni del suo arrivo a Palazzo dei Giurati, stimando altissimi livelli di evasione, tra le imposte effettivamente incassate e quelle invece che entrerebbero nelle casse del Comune in una situazione di regolare adempimento. Sono bastati questi numeri per scatenare l’ira dell’Amministrazione, che si è detta pronta a recapitare, nei prossimi giorni, fino a ventimila avvisi di riscossione di cui 20 milioni di euro riguarderebbero soltanto l’Imu degli ultimi cinque anni.

Sull’Imu un gap al ribasso di circa 4,8 milioni di euro l’anno

Il vice sindaco e assessore al Bilancio, Giuseppe Sterrantino, è entrato nel dettaglio dei numeri spiegando che proprio sull’Imu è venuto fuori un gap al ribasso di circa 4,8 milioni di euro l’anno, che fanno quasi 25 milioni di euro in cinque anni. A queste cifre andrebbero poi applicate le dovute sanzioni per circa il 30%, oltre ai relativi interessi, facendo impennare la stima ad almeno 34 milioni di euro.

Si sta lavorando sulla Tari

Si sta ancora lavorando, invece, sugli accertamenti relativi alla Tari, dove dai primi controlli limitati all’anno in corso pare ci sia già una mancata riscossione per 1,5 milioni di euro, sempre sulle utenze di fascia più alta (superiore ai tremila euro).

Discorso a parte anche per le utenze idriche

Discorso a parte anche per le utenze idriche, per le quali sono partite le prime diffide che rappresentano un passaggio essenziale prima di arrivare al distacco dei contatori preannunciato più volte da De Luca. “Non abbiamo ancora potuto tagliare l’acqua agli evasori – ha detto il sindaco – perché non erano mai state inviate le diffide. Adesso invece potremo iniziare a ridurre l’erogazione alle utenze domestiche non in regola, mentre effettueremo direttamente i distacchi per quelle non domestiche e non vedo l’ora di farlo io personalmente perché chi non paga lo fa per scelta di vita”.

Non si arresta quindi quello che è già stato definito l’effetto De Luca sul gettito fiscale del Comune di Taormina. Effetto che dopo i primi due mesi aveva già portato a un aumento di ben 2 milioni di euro, rispetto allo stesso periodo del 2022, nel versamento spontaneo delle tasse locali, e che si era riversato contro alcuni dipendenti comunali i quali, dopo le opportune verifiche, si sono visti sforbiciare lo stipendio perché non in regola negli anni con il pagamento delle imposte locali.

“A Taormina non ci saranno più figli e figliastri e bisogna pagare tutti adesso per pagare meno in futuro”, aveva detto De Luca. Inoltre, al lavoro della Giunta comunale, si è affiancato quello della Commissione liquidatoria incaricata per ripianare il default di bilancio fino al 2020 che, a sua volta, sta andando avanti con il recupero dei tributi relativi agli anni passati, collegati al periodo per il quale è stato dichiarato dissesto.

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