Tempo di “ponti” - QdS

Tempo di “ponti”

Pino Grimaldi

Tempo di “ponti”

sabato 27 Maggio 2023

Mentre il governo italiano approvava definitivamente il ponte di Messina che, dopo 60 anni ed iniziando i lavori nel 2024, collegherà con i suoi 3 Km e 600 metri le sponde di Calabria e Sicilia, sulla rivista Nature appariva la notizia che a Losanna (Svizzera) era stato creato sul corpo di un uomo tetraplegico (del tutto paralizzato) da 12 anni, un ponte tra il cervello ed il midollo spinale. 64 elettrodi posti nella corteccia motoria del cervello e 14 nei due arti inferiori che consente a Mr. Gert-Jan Oskam, oggi quarantenne, di camminare con le sue gambe con l’utilizzo del pensiero.

Nessuno dei due governi (Svizzero ed Italiano) ha preteso l’esclusiva sul proprio ponte: anche se, appunto con il pensiero, il ponte italico è nato prima; ma quello svizzero è già percorso dagli stimoli che mister Oskam invia, solo pensando, ai nervi e dunque ai muscoli delle sua gambe.
Si immagina che René Descartes (al secolo Cartesio – XVI secolo) si sia levato con la sua anima felice vedendo come il suo “cogito ergo sum” che invertito suona “ sono e dunque penso” sia stato confermato non da filosofi – in tanti non lo amano – ma dalla scienza cosiddetta “empirica” che ha dimostrato la “energia” che ha il pensiero su qualsiasi attività dell’essere vivente:animale o umano!

Il ponte “digitale” infatti viene percorso da stimoli naturali, cioè come quelli che tutti utilizziamo inconsciamente quando dobbiamo compiere un movimento, e che tutti possiamo comprendere se realizziamo che anche a voce alta ci accade di dire “alziamoci” e da quel momento ci si erige sul corpo e via a camminare automaticamente. E qui è la grandezza della scienza che ha dato al Dr. Courtine del Politecnico di Losanna di traslare chirurgicamente i recettori del “pensiero” che divengono stimolatori dell’atto motorio determinato dai recettori-stimolatori (i 14) piazzati sugli arti di un umano apparso circa 70.000 anni fa e per tanto tempo se colpito tra testa e collo in mala maniera costretto alla immobilità assoluta. Non male, anzi meglio dei ponti terrestri pur da tempo esistenti e utili.

A volte vedendo la difficoltà che ha l’essere umano ad essere Pontifex (lo è Francesco e prima di lui ben altri 265 Papi) cioè costruire e percorrere un ponte che divide idee ed azioni, a mano tesa da stringerla a chi la pensa diversamente, sorge il dubbio che necessitiamo altri 40.000 anni (l’inizio dello Homo Sapiens) per capire la bellezza della vita (Zelensky ha difficoltà, pare) che, a mo’ d’esempio, i politici non considerano litigando da mane a sera come accade in questa vigilia elettorale comunale sommersa dalla tragica alluvione in Emilia Romagna dove anche alcuni dei gufi del riscaldamento climatico hanno avuto il buon senso di andare per far riemergere terre coltivate e case sommerse irreparabilmente.
In fondo, a volte, chiunque riesce a pensar bene. Deo gratias.

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