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venerdì 07 Gennaio 2022

Il governo Draghi è terminato con l’ultimo Consiglio dei Ministri. Draghi nel suo discorso di commiato di fine anno lo aveva predetto

Il governo Draghi è terminato con l’ultimo Consiglio dei Ministri. Draghi nel suo discorso di commiato di fine anno lo aveva predetto. Lui il suo ruolo alla Supermario, vaccinazione e PNRR, lo aveva svolto. Ora poteva fare il nonno, o al Quirinale o a casa. Tertium non datur.

Draghi non è disposto a fare da capoclasse ad un asilo Mariuccia, lo ha fatto capire anche con il suo silenzio dopo l’ultimo CDM. Sarebbe solo un’inutile logorìo come lo fu per Monti. Il suo ministro più politico, Giancarlo Giorgetti, ha già capito la solfa ed all’ultima riunione non si neanche presentato, motivi familiari. Lui aveva già capito mesi fa il percorso.

È un stato il primo a preventivare l’arrivo del Premier al Colle più alto. Poi se la Lega resta al governo o meno questo si vedrà. Dal Presidente della Repubblica eletto e da cosa deve fare il prossimo governo. Potrebbe convenirgli stare all’opposizione se le cose da decidere dessero troppo vantaggio alla concorrenza dei Fratelli d’Italia.

In tutto questo c’è il ruolo impacciato e senza respiro politico del PD, per la prima volta dopo lustri senza una capacità di proposta. L’unica cosa che si sono infantilmente inventati è la supplica a Mattarella. Tipo Madonna di Lourdes. Su Conte il rancoroso stendiamo un velo pietoso. In confronto il doroteo di Maio è un gigante alla Flaminio Piccoli.

Come andrà a finire tra le paturnie di Berlusconi, i Franchi tiratori, l’appello della Maraini, la sottile strategia del silenzio di Casini non è dato sapere. Sembra certo che un accordo alto, plurale, alla luce del sole per il bene del Paese non sembra alla portata della politica italiana.

La verità è che se perdiamo Draghi, in qualunque ruolo, perdiamo capra e cavoli, credibilità internazionale e forse parte del PNRR, e questo non possiamo permettercelo.

Così è se vi pare.

Giovanni Pizzo

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