Roberto Mastrosimone (Fiom Cgil): "Ci sono le risorse, 90 milioni della Regione e 150 milioni del Mise. Oltre a queste somme ricordo anche i fondi del PNRR e delle Zes".
C’è preoccupazione tra i sindacati sul futuro dello stabilimento ex Fiat e Blutec di Termini Imerese. Nei giorni scorsi, durante il tavolo tecnico svolto al ministero dello Sviluppo economico in presenza e in video conferenza, è stata comunicata la bocciatura del programma concordatario presentato dai commissari e di aver dato incarico agli stessi di procedere alla presentazione di un programma di cessione. Si andrà, quindi, ai tempi supplementari.
Previsti 24 mesi di tempo per rilanciare il sito siciliano e accompagnare il percorso con ammortizzatori sociali a tutela della comunità occupazionale. Questa mattina, sindacalisti e lavoratori si sono riuniti in assemblea davanti i cancelli dello stabilimento per discutere sugli ultimi aggiornamenti. “La cessione dello stabilimento dovrà avere un legame imprescindibile con gli operai, diretti e indiretti – sottolinea Roberto Mastrosimone, segretario regionale Fiom Cgil Sicilia -. Siamo ai tempi supplementari. C’è bisogno di uno sforzo del ministero, Invitalia e Regione siciliana. Ci sono le risorse pubbliche, 90 milioni della Regione e 150 milioni del ministero dello Sviluppo economico. Oltre a queste somme ricordo anche i fondi del PNRR e della Zes“.
Per Mastrosimone ci vogliono aziende, anche con partecipazione statale, che possano finalmente dare una boccata d’ossigeno al territorio ma, soprattutto, ai lavoratori coinvolti che, in questi dieci anni, hanno sofferto molto. Una questione da non dimenticare è quella dell’età media degli operai del sito termitano. “Una parte di questi è vicina ai 60 anni. La logica vuole – aggiunge il sindacalista – che il governo nazionale tenga conto di questa fascia di lavoratori che sono più vicini alla pensione. Tutto ciò può aiutare una reindustrializzazione perché i numeri si abbasserebbero notevolmente, si potrebbero favorire gli operai dell’indotto e nello stesso tempo darebbe un’opportunità alle aziende nuove che si vogliono insediare”.
Per Antonio Nobile, segretario generale Fim Cisl Palermo e Trapani, nel programma di cessione lo stabilimento più difficile da piazzare sarà quello di Termini Imerese. “Due anni possono sembrare un tempo congruo – afferma – ma se in dieci anni non si è risolto nulla, due sono veramente pochi per risolvere la questione”. La notizia sul possibile interesse da parte di Fincantieri per lo stabilimento siciliano, Vincenzo Comella, segretario della Uilm Palermo, l’ha definita un’apparizione come quella della madonna di Lourdes. “Ogni tanto Fincantieri e Leonardo, grandi aziende di Stato, fanno delle apparizioni sulle grandi crisi, addolciscono la pillola e poi spariscono. Il ministero, sollecitato sulla questione, non ci ha dato risposta. Attualmente – aggiunge – dobbiamo friggere con l’olio che abbiamo. Nei prossimi due anni ci vorrà un lavoro intenso, soprattutto l’impegno di Invitalia, che in questi anni non c’è stato. Mi auguro che il tavolo permanente possa essere proficuo. Spero – conclude – su una riforma degli ammortizzatori sociali che possa alleggerire i numeri. Una cosa è certa: ci vuole il massimo impegno da parte di tutti”.
Mario Catalano
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