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Termini Imerese, la proposta sostenibile del comitato Città Porto

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Termini Imerese, la proposta sostenibile del comitato Città Porto

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sabato 10 Luglio 2021

Scaricare i container nel molo sottoflutto. La proposta del Comitato Città Porto a Pasqualino Monti

Scaricare i container che arriveranno a Termini Imerese nel molo sottoflutto, al fine di difendere il progetto del porto turistico previsto di fronte al centro storico.

Questa l’idea elaborata e proposta, nei giorni scorsi, dal Comitato Città Porto per un futuro sostenibile a Pasqualino Monti, presidente dell’Autorità di sistema portuale della Sicilia occidentale. L’obiettivo è quello di far coesistere container e porto turistico, che possa rispondere all’istanza di sviluppo di una città sostenibile.

“Non siamo contro il porto commerciale – precisa l’architetto Nicola Mendolia – Abbiamo verificato attentamente questa opzione prima di sbilanciarci”. Un lungo lavoro, durante il quale i professionisti del comitato si sono confrontati con diversi progettisti di porti.

A Palermo vengono scaricati circa 15 mila container che servono la Sicilia occidentale (lo 0,12% del traffico commerciale totale in Italia). Nella tavola D dell’attuale Prp (Piano regolatore portuale) c’è una banchina al sottoflutto sagomata per accogliere tre approdi Ro-ro (autotreni), situata a sud del porto termitano, che prevede lo scarico di camion da navi traghetto.

Il comitato, lo scorso maggio, ha avuto due incontri con Pasqualino Monti: l’11 (in cui era presente anche il Consiglio comunale) e il 25 (incontro tra Comitato e Autorità Portuale). In quest’ultima occasione, l’ex presidente dell’Autorità portuale di Civitavecchia ha dichiarato che intende conservare a Palermo la maggior parte del traffico autotreni.

“Di conseguenza, aggiunge Mendolia – si potrebbe creare una banchina rettilinea che possa consentitre accosti laterali. Questo schema è esattamente quello che ha ricevuto il parere favorevole alla Vas del Prp (Valutazione ambientale strategica sul piano Regolatore Portuale, parere favorevole DDG n. 593 del 9 agosto 2013).

Questo, consente l’attracco di una nave container di medie dimensioni”. I tecnici del comitato hanno sottolineato che per la realizzazione della banchina basta un adeguamento tecnico funzionale, considerando che si tratta di una semplice variazione dimensionale, cioè, una procedura snellissima che presuppone l’approvazione del comitato portuale e un parere del consiglio superiore dei lavori pubblici (se quest’ultimo non viene reso entro 45 giorni si considera favorevole). Per quanto riguarda, invece, l’ipotesi del porto turistico a sud, l’iter sarebbe molto più lungo.

Bisognerà approvare la variante generale al Prp, con tutto quello che ne consegue (concessione demaniale, studi preparatori, Vas, ecc…). “Di conseguenza, nella migliore delle ipotesi – ha concluso Mendolia – ci vorranno almeno tre o quattro anni  in più, oltre a tempi imprecisati per lo spostamento del depuratore comunale”.

“Qualche mese fa la visione che la città aveva espresso con forza stava per essere tradita dall’Autorià portuale per attività portuali e industriali – ha commentato l’architetto Alessio Lo Bello, referente del comitato -. Questo ci ha allarmato perchè escluderebbe qualsiasi idea turistica per la nostra cittadina che, dopo la crisi della zona industriale, era rimasta un faro.

Il
nostro auspicio – ha concluso – è che siano rispettate, in modo sostenibile,
sia le esigenze dell’Autorità portuale che quelle dei termitani, per un porto
turistico sinergico con il waterfront, la spiaggia, il parco termale e il
centro storico”. Successivamente, si è svolto un dibattito con diversi
interventi di figure politiche locali, tra cui, Vincenzo Fasone, neo segretario
del Partito democratico di Termini Imerese. “Abbiamo la possibilità di
vivere un nuovo 1970 e mettere una nuova pietra – ha detto il professore della
Kore – Stiamo uscendo dalla pandemia, un evento che ha cambiato il mondo. C’è
bisogno di intelligenza collettiva.

Il lavoro del comitato è frutto di persone che si sono spese e hanno cercato di dare una visione a questa città. Oggi – ha aggiunto – il tema della transizione ecologica ci vede impegnati con la possibilità di poterci giocare qualche carta. A noi il porto commerciale sta bene – ha precisato – .Tutto ciò deve essere inserito in un contesto in cui la vocazione del porto viene introdotta in un contesto in cui il retroporto, la nostra zona industriale, può essere evocato a costruire ciò di cui da molto tempo parliamo, ovvero una logistica a valore, un qualcosa che può portare questa città a farsi conoscere nel mondo per un qualcosa che fa nei suoi manufatti”.

Mario Catalano

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