Forse, dico forse con judicio, questi famosi Termovalorizzatori, in Italia ce ne sono 37, si faranno. Ne sono previsti 2, uno in Sicilia Occidentale ed uno per l’Orientale
Forse, dico forse, con saggezza ed esperienza, ci siamo. Ancora il bando non c’è, ci sono solo le manifestazioni di interesse, giudicate valide da una commissione della Regione Siciliana, ma sembra che un passo in avanti da parte del Dipartimento Acqua e Rifiuti, diretto da un gran professionista dotato di onestà intellettuale come Calogero Foti, ci sia stato.
Forse, dico forse con judicio, questi famosi Termovalorizzatori, in Italia ce ne sono 37, si faranno. Ne sono previsti 2, uno in Sicilia Occidentale ed uno per l’Orientale.
I progetti
Non sono entrambi Termovalorizzatori, quello che brucerà i rifiuti ricavando energia è il progetto presentato da A2A, multiutilities milanese, nell’area industriale di Catania. L’altro progetto, presentato dalla torinese Asja , più innovativo di questi tempi di guerra, non brucia i rifiuti, quindi non genera CO2 nell’atmosfera, ma li porta a liquefarsi per la loro trasformazione in metanolo ed idrogeno liquido. Di fatto è una produzione industriale che verrà realizzata nel sito Eni di Gela.
Ovviamente Legambiente Sicilia si scaglia contro entrambi i progetti a prescindere dal merito tecnico. Chissà cosa ha detto l’omologo laziale contro il Sindaco Gualtieri a Roma, siamo certi di toni differenti.
Il problema dei rifiuti
Basterà questo per risolvere il problema dei rifiuti in Sicilia? Ovviamente no, dovranno realizzarsi ancora molti impianti per l’umido, per la plastica, per il riciclo di altri materiali. Ma soprattutto dovrà essere approvato un Piano dei rifiuti che stabilisca in maniera seria ed ordinativa tutto questo. Abbiamo perso decenni a scrivere norme per definire Ambiti e società di gestione, producendo debiti invece di economia circolare, ma non abbiamo ancora un valido Piano dei Rifiuti. E non si può ovviamente avere senza impianti. È un cane che si morde la coda e fa finire ogni legislatura in discarica. Perché è lapalissiano che finora i governi che si sono succeduti in una gara omissiva hanno favorito discariche e business non certamente trasparenti.
Forse, incrociamo le dita, è la volta buona. Ovvio che c’è un buco geografico evidente. Trasportare i rifiuti fino a Gela sarà oneroso per le sfiancate casse dei Comuni Occidentali e soprattutto per Palermo. Farne un terzo, magari tecnologicamente avanzato, pure a Bellolampo, Beautiful Flash come lo chiamano i palermitani, bonificando una discarica che è una bomba ecologica su cui Legambiente nulla quaestio no?
Così è se vi pare.