Tra le novità proposte c'è quella riguardante la possibilità di ricevere in discarica anche le ceneri pesanti prodotte dalle attività di incenerimento.
Con i termovalorizzatori all’orizzonte, anche se di strada da fare ce n’è ancora molta, il settore dei rifiuti in Sicilia prova a muovere i primi passi di adattamento.
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Il progetto del governo Schifani, disposto a mettere 800 milioni di euro di fondi pubblici per realizzare due impianti a Palermo e Catania, è destinato a cambiare il business che ruota attorno alla spazzatura abbandonando un modello da sempre basato sulle discariche e superando le criticità che, da qualche anno a questa parte, hanno fatto sì che parte dei rifiuti vengano spediti all’estero per mancanza di spazi.
Tra chi sta cercando di ottimizzare la rotta la Caltanissetta Tmb, impresa che, a dispetto del nome, ha sede in provincia di Siracusa ed è di proprietà della dell’Igmgroup della famiglia Quercioli Dessena. La società ha in pancia, già da qualche anno, un progetto per la realizzazione a Serradifalco (Caltanissetta) di un impianto di trattamento meccanico-biologico con annessa discarica.
Nelle scorse settimane, l’amministratore Stefano Selleri ha presentato alla Regione ha chiesto di poter modificare il progetto. Tra le novità proposte c’è quella riguardante la possibilità di ricevere in discarica anche le ceneri pesanti prodotte dalle attività di incenerimento.
Modifiche non sostanziali
La documentazione presentata all’assessorato al Territorio nasce dall’esigenza di determinare – a esprimersi sul punto sarà la commissione tecnica-specialistica – se sia necessario tornare a sottoporre il progetto alla valutazione d’impatto ambientale oppure se i cambiamenti desiderati da Caltanissetta Tmb potranno essere attuati senza rimettere mano alle autorizzazioni. Tecnicamente si tratterebbe, secondo l’impresa, di modifiche non sostanziali. Nella relazione che accompagna l’istanza vengono riassunti, punto per punto, le novità che verrebbero introdotte. Si va dalla realizzazione di un parcheggio per i dipendenti all’ottimizzazione delle tecniche di impermeabilizzazione della vasca, fino a una modifica del modo in cui sarà intercettato il percolato. Il passaggio più interessante riguarda le tipologie di rifiuti che la società chiede di potere depositare in discarica. In aggiunta a quelle già autorizzate nel 2019, è stato presentato un elenco di dieci voci: dai fanghi prodotti da trattamenti chimico-fisici e da trattamenti industriali al digestato prodotto da rifiuti di origine animale e vegetale, fino ai rifiuti solidi provenienti dalle operazioni di bonifica dei terreni al fluff, le polveri leggere frutto di processi di frantumazione.
A far parte della lista ci sono anche i rifiuti che a livello europeo vengono individuati con il codice Cer 19.01.12, ovvero “ceneri pesanti e scorie, diverse da quelle di cui alla voce 19.01.11”. Quest’ultima specifica è importante, in quanto identifica ceneri pesanti e scorie non pericolose. “L’introduzione dei suddetti codici non determina alcuna variazione sostanziale del progetto approvato, né incide sugli impatti ambientali già valutati in sede di Via – si legge nella relazione presentata da Caltanissetta Tmb –. Tutti i codici fanno riferimento a rifiuti non pericolosi, conformi alla classificazione del sito. Non si prevedono né variazioni merceologiche rilevanti né introduzione di sostanze pericolose, né modifiche al profilo emissivo complessivo dell’impianto”.
La natura delle ceneri
Nonostante non si tratti di quelle classificate come pericolose – Cer 19.01.11 – l’origine delle ceneri che, ottenuta l’autorizzazione, potranno arrivare a Serradifalco è compatibile con quelle che in parte vengono prodotte dalle attività dei termovalorizzatori.
La spiegazione sta nello stesso codice Cer: il 19 indica la famiglia dei rifiuti “prodotti da impianti di trattamento”, all’interno della quale la classe 01 raggruppa quelli ricavati da “incenerimento o pirolisi di rifiuti”. Nell’istanza incamerata dalla Regione si legge che “l’introduzione dei nuovi codici Cer non comporta incremento dei quantitativi massimi autorizzati, né della volumetria residua della discarica o della capacità giornaliera-mensile di trattamento del Tmb”.
L’autorizzazione in mano alla società della famiglia Quercioli-Dessena prevede la possibilità di gestire, tramite il Tmb, 50mila tonnellate all’anno, mentre la discarica ha una capacità di 450 milioni di metri cubi.
L’anno scorso, la Regione ha accolto la richiesta di proroga della validità della Via fino a dicembre 2026.