Test rapidi Hiv in era Covid, anche personale non sanitario potrà farli - QdS

Test rapidi Hiv in era Covid, anche personale non sanitario potrà farli

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Test rapidi Hiv in era Covid, anche personale non sanitario potrà farli

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lunedì 03 Maggio 2021

Decreto del ministero della Salute pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 24 aprile. Chiamate in causa le organizzazioni no profit e di volontariato.

La pandemia da COVID-19 ha comportato un forte impatto sul
sistema sanitario in generale e in particolare sul comparto delle malattie
infettive con limitazioni nell’accesso ai centri di cura e screening con un
calo dell’attività di testing.

Allo scopo di garantire alla popolazione la possibilità di
sottoporsi ai test di screening per HIV e altre malattie sessualmente trasmesse
(IST), senza ritardi dovuti allo stato di emergenza Covid-19, il Ministro della
salute ha firmato il 17 marzo 2021 il decreto ‘Misure urgenti
per l’offerta anonima e gratuita di test rapidi HIV e per altre IST in ambito
non sanitario alla popolazione durante l’emergenza COVID-19
’,
pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 24 aprile 2021.

I test rapidi non si configurano come test diagnostici, ma
di screening,
il cui risultato preliminarmente positivo deve essere confermato con metodica
tradizionale su prelievo ematico.

Allo scopo di mantenere e diversificare il livello di offerta di
test rapidi HIV e per altre IST sul territorio nazionale, in contesti con
comprovata esperienza CBVCT (Community Based Voluntary Counseling and Testing)
di enti del terzo settore o organizzazioni della società civile, l’esecuzione e
la comunicazione dell’esito preliminare dei test rapidi, salivari e su sangue
da prelievo capillare, potranno essere effettuate anche da operatori non
appartenenti alle professioni sanitarie (Community Health Worker)
opportunamente formati.

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