“Credo che a certi social debba essere consentito l’accesso a cominciare dai quindici anni, prima, a otto dieci anni, è deleterio”.
Lo ha detto il presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti, commentando la tragedia in cui ha perso la vita una bambina di dieci anni durante una “sfida” sul social TikTok, che è stato sospeso per gli account dei minorenni per un mese.
“A dieci anni – ha aggiunto Bassetti – è fortissimo il senso dell’imitazione e se si crea la figura dell’eroe o il senso di competizione, possiamo avere dei risultati drammatici come è successo”.
“La tragedia di Palermo – ha evidenziato in una nota Telefono Azzurro – rappresenta una manifestazione estrema e sconvolgente del disorientamento dei più giovani, già più volte manifestato attraverso gli episodi di violenza, esercitata e subita, registrati dalle cronache negli ultimi mesi. Cos’altro dobbiamo aspettare per intervenire a tutela dei minori?”.
L’organizzazione di difesa dell’infanzia ha ricordato “l’urgenza di un’azione immediata e strutturata da parte delle istituzioni che devono, una volta per tutte, inserire le necessità dell’infanzia e dell’adolescenza nelle priorità per il Paese”.
Non a caso, sottolinea l’associazione, “è in corso una seconda emergenza, in parte collegata a quella sanitaria, che scaturisce dall’impossibilità dei più giovani di condurre una vita relazionale normale e, soprattutto, di potersi confrontare direttamente con i propri pari e con gli insegnanti, da sempre prime sentinelle dei disagi psicologici di bambini e ragazzi”.
Serve, a detta di Telefono Azzurro, “riaprire le scuole, tutte e subito, e, in parallelo, mettere in campo progetti volti all’ascolto dei minori e alla costruzione della consapevolezza nell’utilizzo delle tecnologie, pensati e gestiti da professionisti”.
“Gli adulti – ha esortato l’organizzazione – devono conoscere i mondi virtuali a cui i più giovani si rivolgono, spesso in cerca di identificazione, rifugio o ascolto; per questo è necessario pianificare e implementare capillarmente progetti di supporto psicologico e di formazione”.
Per esempio “Cittadinanza Digitale”, il programma educativo sviluppato da Telefono Azzurro d’intesa con il Ministero dell’Istruzione, rivolto a insegnanti e bambini con l’intento di tutelare l’identità dei ragazzi nelle relazioni “onlife”.

