L'ex presidente della Regione, adesso commissario regionale Democrazia Cristiana Sicilia, si racconta e vede bene Rita Bernardini come possibile sottosegretario alla Giustizia con delega alle carceri.
Ospite del Qds.it è Totò Cuffaro, commissario regionale DC Sicilia, con il quale abbiamo parlato delle potenzialità del governo Draghi ed eventuali risvolti per la nostra Regione. Fari puntati anche sulla questione carceri, e ovviamente sulla Democrazia Cristiana che in Sicilia trova grande riscontro non solo tra i più nostalgici che l’hanno vissuta ma anche tra i giovani che pur avendone soltanto sentito parlare hanno deciso di sposare il progetto che vede tra i principali protagonisti proprio l’ex governatore siciliano.
Governo Draghi: lei
in questi giorni ne ha parlato come riferimento politico per un’area moderata
centrista. Un governo che allo stato attuale non ha rappresentanti siciliani.
Quali i possibili risvolti per la nostra Regione?
“La designazione di Draghi come presidente del Consiglio ha avuto una prima grande e favorevole ripercussione per il Paese. È bastato che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella lo indicasse come presidente per fare scendere lo Spread sotto 100. Mario Draghi è una persona dalle indubbie competenze, riferimento di un’area moderata e centrista, che in lui non potrà che trovare un riferimento per il futuro.
Se anche in questo momento la Sicilia e più in generale il Sud sono rimasti penalizzati nella composizione del Consiglio dei Ministri sono convinto che il Sud sarà certamente ricompensato nella presenza tra sottosegretari e viceministri. L’operazione di Draghi è estremamente importante perché porterà i partiti moderati in Sicilia a mettersi insieme per costruire un’area che non potrà che indicare una presenza della regione per la prossima legislatura. Secondo me il governo Draghi avrà un risvolto politico positivo per il nostro Paese e per la Sicilia”.
Lei in questi giorni
ha manifestato sostegno per Rita Bernardini come possibile sottosegretario alla
Giustizia con delega alle carceri.
“Il partito Radicale, con Marco Pannella prima e ora con Rita Bernardini, ha continuato il suo impegno per umanizzare le carceri, affinché possano essere un luogo dove scontare la pena ma dove la dignità e il rispetto della persona, che deve pagare il proprio prezzo per gli errori commessi, non venga calpestato e mortificato. Rita Bernardini continua ad essere presente dentro il sistema carcerario con il suo lavoro e le sue visite e conosce bene le questioni che affliggono le carceri e quando dico carceri parlo oltre che dei detenuti anche della polizia penitenziaria e di tutto il sistema che sta attorno. So di avere fatto una provocazione, ma resto convinto che Rita Bernardini come sottosegretario alla Giustizia con delega alle carceri rappresenti un’ottima occasione affinché l’attuale governo si occupi concretamente di questo tema così delicato, perché finalmente le carceri diventino un luogo più umano dove le persone possano scontare la loro pena ma vivere”.
Democrazia Cristiana
siciliana “nuova”, in cosa consiste la novità?
“Da tempo le persone disertano le urne. Non vanno a votare perché non trovano più un simbolo dove potersi riconoscere, dove quel simbolo non sia soltanto una scheda elettorale, ma sia un contenitore di valori, di storia, idee e di cultura. C’è nella nostra società un grande desiderio di un partito moderato che riprenda e rivaluti, con la necessità di attualizzarli, i valori che furono della vecchia Democrazia Cristiana. Noi parliamo di una DC nuova perché rappresenta la continuità del partito storico che però affidiamo ai giovani che si avvicinano all’impegno politico con una mentalità totalmente nuova.
Giovani che sanno di dover camminare con le proprie gambe, di dover pensare con la propria testa, di dover abbandonare la vecchia pratica del rapporto di scambio con l’elettore. Ecco questo nuovo metodo di immaginare una politica che sia rivolta al servizio e non all’egoismo del raggiungimento di un interesse personale deve essere la caratteristica di un partito che tiene insieme la sua anima ma che la trasporti contestualizzandola oggi in un partito che sia libero, plurale, moderno e aperto e che sia affidato a persone che ritengono la politica una splendida avventura che richiede coraggio, passione e rigore morale che assolvono come servizio e non come mestiere”.
Ha trovato riscontro in Sicilia?
“Più di quello che mi aspettassi; sapevo che la DC avrebbe suscitato emozioni negli ultracinquantenni perché l’hanno vissuta, che la ricordano e sanno cosa ha fatto per il Paese. La nostra meraviglia è consistita piuttosto nell’aver riscontrato, che non solo i cinquantenni si sono emozionati nel rivedere lo “scudo crociato”, ma soprattutto i tanti giovani che invece della DC ne hanno solo sentito parlare.
Giovani che ritengono di ritrovarsi in una politica moderata, di riflessione, di ragionamento, pronta ad ascoltare prima ancora che a parlare e ultimo ma non ultimo partecipata. In questo contesto e a seguito di loro richiesta che nasce l’idea di una scuola di formazione, capace attraverso i protagonisti di diffonderne la storia e i valori che l’hanno fatta grande”.
Veronica Gioè