Trapani, il caro bollette “affonda” anche la Piscina comunale - QdS

Trapani, il caro bollette “affonda” anche la Piscina comunale

Vito Manca

Trapani, il caro bollette “affonda” anche la Piscina comunale

venerdì 11 Febbraio 2022

I collaboratori dell’Acquarius erano pronti anche a donare il loro compenso. Alla fine l’associazione che gestisce l’impianto ha alzato bandiera bianca. Uno stop che pesa su tutta la comunità

TRAPANI – Al centro di un quartiere difficile ma che ha deciso, da tempo, di alzare la testa. Al centro di un progetto strategico di sport ma non soltanto di sport, perché si occupa, fa e produce politiche sociali. Ma anche al centro di una crisi. La Piscina comunale “Tenente Alberti”, nel quartiere Sant’Alberto, ha chiuso i battenti.

L’avversario da battere è granitico e porta il nome di “caro bollette”. L’associazione “Aquarius” che la gestisce, da anni, ha alzato le mani in segno di resa. Numeri, non parole. Sono quelli che ha denunciato il presidente Sergio Di Bartolo: “Nell’ultimo trimestre 2020, pre-pandemia, con consumi inferiori di energia elettrica rispetto all’ultimo trimestre 2021, si è passati da una spesa di 10.555 euro a quella scandalosa di 20.255 euro, con aumenti che sfiorano il 100 per cento”.

Stessa musica, più che mani stonata, quando in gioco ci sono il gas per riscaldare gli ambienti e l’acqua della vasca e quella sanitaria.
Ancora numeri: “Nello stesso periodo di riferimento si è passati da una spesa di 12.050 euro nel 2019 a quella di oltre 25.000 euro del 2021 e sempre pressoché con gli stessi consumi”.

Di Bartolo commenta: “La situazione è paradossale. Proprio nel momento in cui si ha un calo delle iscrizioni, i costi lievitano a dismisura”.

Situazione paradossale ed emergenziale: “Non abbiamo più acceso neanche una stufetta nei locali di segreteria e negli uffici proprio per contenere i costi ma non è servito a nulla”. L’Aquarius ha fatto di tutto per – e proprio il caso di dirlo – tenersi a galla. Ha così tentato di utilizzare “un finanziamento del Credito Sportivo per pagare alcune bollette in piena pandemia ma non è più possibile farlo. I nostri collaboratori sono arrivati al punto di voler donare il compenso di febbraio per dare una mano all’associazione dove lavorano da oltre 15 anni. Ma era una cosa che non potevamo accettare”. Collaboratori che hanno voluto far sentire la loro voce con Salvatore Giacomazzi: “Una realtà sportiva come l’Aquarius è una risorsa per il territorio. Migliaia di ragazzi sono passati da queste acque. Ma penso, soprattutto, alle decine di ragazzi disabili che utilizzano giornalmente questo impianto anche come terapia e contro l’isolamento sociale. Da poco avevamo installato per loro un sollevatore per piscina abbattendo l’ultima barriera architettonica ancora presente”.

Chiusura che porta ad uno stop pesante per l’agonistica. Il responsabile del settore Giuseppe Cipolla delinea un quadro sconfortante: “I nostri ragazzi dell’agonistica di nuoto, pallanuoto e nuoto sincronizzato, finalmente, stavano riprendendo con costanza i loro allenamenti. Ragazzi che sanno coniugare bene scuola e sport. Ragazzi che hanno bisogno di allenarsi e non solo per il loro benessere fisico”.
La Piscina offre anche servizi di pubblica utilità ed è un centro di aggregazione che definisce progetti per minori a rischio di povertà educativa del territorio.

L’associazione ha chiamato in causa il Comune di Trapani. Ed una risposta, indiretta, è arrivata con una nota di Palazzo d’Alì quanto mai chiara: “L’amministrazione comunale ha deciso di aderire all’iniziativa dell’AnciSicilia per protestare contro il silenzio del Governo, che non ha espresso alcun sostegno concreto agli enti locali che, a partire dall’ultimo trimestre del 2021, si trovano a fronteggiare un notevole aumento dei costi per l’approvvigionamento dell’energia elettrica e del gas”. Si chiama effetto domino e non risparmia nessuno. Comune ed associazione hanno parlato, offrendosi una reciproca disponibilità a trovare soluzioni condivise, ma possono essere soltanto complementari, soluzioni tampone che però non risolvono il problema.

Nel frattempo, come sottolinea l’Aquarius, “i contatori girano e ci hanno costretto a spegnere tutto: motori e caldaie”. L’impianto sarà utilizzato soltanto per fornire informazioni e per le attività sociali. Continuerà così il servizio gratuito di doposcuola per alcuni ragazzi del quartiere Sant’Alberto e la preparazione a secco delle squadre agonistiche.
“Nella speranza – ha concluso il presidente Di Bartolo – che Comune e Governo centrale possano farci ritornare in acqua velocemente ed a far riprendere il lavoro ai nostri collaboratori e dipendenti che guardano a noi con fiducia”. Sono oltre 25 e vogliono tornare ad essere al centro del quartiere.

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