Il Comune di Trapani chiede all’autorità di bacino della Regione immediate verifiche sui corsi d’acqua. Preoccupa il Lenzi-Baiata, le alluvioni dello scorso inverno hanno lasciato il segno
TRAPANI – Prima che arrivi la brutta stagione e arrivino le piogge, ci si muove per fare pulizia nei fiumi, per cercare di prevenire eventuali allagamenti. Con una nota ufficiale, inviata al segretario generale dell’autorità di bacino del distretto idrografico della Sicilia, l’assessore all’Urbanistica e tutela del territorio, Giuseppe Pellegrino, ha chiesto la verifica per eventuali lavori di pulizia e miglioramento idraulico sul tratto di fiume Lenzi-Baiata, soprattutto nelle località Xitta ma anche nelle frazioni di Fulgatore, Ummari e Milo. Secondo l’amministrazione comunale, il primo tratto interessato a verifica, e con urgenza, dovrebbe essere nella zona di Xitta.
“Secondo gli studi del Genio civile di Trapani del tratto fluviale del fiume Lenzi in prossimità del centro abitato di Xitta – spiegano il sindaco Tranchida e l’assessore Pellegrino – è dimostrata la sufficienza idraulica in condizioni di alveo pulito. Tuttavia, attualmente, nella zona vi sono tratti con detriti accumulati e presenza di vegetazione spontanea”. Da qui la richiesta di una verifica urgente e una eventuale pulizia del letto del fiume Lenzi–Baiata dalla località Milo fino alla foce. A seguire, è stato richiesto il controllo del torrente Canalotti, a partire da via Trapani, dalla strada comunale a confine con Erice, che attraversa l’abitato di Fulgatore in zona via XXIV Maggio e interseca con l’autostrada A29.
“Il Genio Civile di Trapani – continuano Tranchida e Pellegrino – circa 15 anni fa, a seguito di una petizione, condividendo le preoccupazioni degli interessati, ha richiesto un finanziamento di circa 250 mila euro per la pulizia del torrente, lavori che però non sono mai stati realizzati”. Invece, attualmente, il torrente Canalotti, in territorio di Erice, è oggetto di lavori per la rimozione di detriti con un finanziamento complessivo di 730 mila euro. “Come amministratori – concludono Pellegrino e Tranchida – chiediamo la verifica idraulica per la pubblica incolumità del tratto di fiume Canalotti in territorio di Trapani, in continuità con i lavori che già si stanno svolgendo”.
Infine, vengono sottolineate anche le criticità dei torrenti Fastaia, dal tratto in zona SS 113 a est della frazione di Ummari, che rappresenta l’asta principale del bacino imbrifero Lago Rubino; il torrente Benovara, dalla SS 113 a est della frazione di Fulgatore, dietro Masseria Benovara, e il canale di gronda che dalla SS 113, a Milo, parallelamente alla strada Erice-Mazara, sfocia nel fiume Lenzi. Anche in questi tre casi è necessaria una pulizia per evitare esondazioni che possano colpire vigneti o a salvaguardia dell’abitato.
Una procedura necessaria, consapevoli ormai da anni come il cambiamento climatico abbia portato a non pochi eventi estremi, che hanno causato gravi danni sia alla popolazione che alla economia regionale. Proprio lo scorso mese di ottobre un fiume di fango invase l’autostrada A29, bloccandola per diverse ore.
In quel caso fu il torrente Verderame a rompere gli argini, inondando la carreggiata. Allagata anche Salinagrande, dove è stato necessario evacuare 20 minori ospiti del Cara, trasferiti in altre strutture di accoglienza.
Gli uomini del soccorso alpino con l’elicottero della polizia sono partiti dall’aeroporto di Boccadifalco di Palermo e hanno raggiunto le zona allagate nel trapanese per soccorrere i residenti che hanno trovato rifugio sui tetti. E non è stato l’unico episodio che ha colpito Trapani, che ha visto le proprie strade invase dall’acqua in diverse giornate di pioggia.