Il Lazzaretto, da simbolo a progetto. “Va recuperato” - QdS

Il Lazzaretto, da simbolo a progetto. “Va recuperato”

Il Lazzaretto, da simbolo a progetto. “Va recuperato”

martedì 28 Luglio 2020

Il recupero è solo il primo passo, bisognerà renderlo parte attiva della comunità trapanese. 150mila euro per evitare che il degrado possa avere definitivamente il sopravvento

TRAPANI – Fine 2012, “vendiamo il Lazzaretto”. Luglio 2020, “valorizziamo il Lazzaretto”. Dichiarazioni ufficiali. Di Palazzo. Dal Comune. Quella di quasi otto anni fa era del sindaco in carica Vito Damiano. C’era da rispettare il patto di stabilità e la data del 31 dicembre era capestro. Servivano soldi. Gara, prezzo, 11 milioni di euro e via libera al mercato. Ma la gara andò deserta. Ed un comitato di trapanesi raccolse 2 mila firme che portarono la Soprintendenza ai Beni Culturali, qualche mese dopo, a dichiarare il bene inalienabile.

Oggi, il sindaco Giacomo Tranchida, con gli atti della sua amministrazione, torna a ribadire che sul Lazzaretto bisogna puntare, che va recuperato. è in pieno centro storico. Di fronte ad un altro simbolo della città, la Colombaia, a pochi passi dal Villino Nasi e da Torre di Ligny. I tesori della città. Ospita la Lega Navale che fa diporto. Ospita il Flag, che sta per Fondazione Torri e Tonnare del Litorale trapanese, che ne occupa “una piccola parte ed in comodato d’uso”, si legge della determina dirigenziale che dà il via libera alla manutenzione straordinaria di un’area del sito.

Un progetto da 150 mila euro per evitare che il degrado possa avere definitivamente il sopravvento. Ma il Lazzaretto, che ha un ampio spiazzo interno, che è a forma quasi circolare e che ha avuto al suo interno, alla fine degli anni Novanta, un suo percorso museale, lasciato all’incuria del tempo, non riesce a trovare una sua fruizione concreta, non riesce a liberare tutte le sue potenzialità, che nessuno nega ma che nessuno è stato ancora in grado di trasformare in un volano di crescita non soltanto economica ma anche culturale della città. Perché il Piano regolatore generale – in fase di verifica – questo dice. “Attrezzature culturali”, si legge nelle carte dello strumento urbanistico. Il comitato che sbarrò la strada all’amministrazione Damiano ed alla sua decisione di venderlo, propose il progetto di finanza per trasformarlo in un centro polifunzionale messo a disposizione di programmi culturali.

Ma il Lazzaretto rimane ancora un bene sotto tutela che va però tutelato, con le proposte per aprire la sezione, sempre più ampia, che nella determina dirigenziale per la manutenzione straordinaria viene indicata come chiusa “per carenze strutturali”.

Il recupero non chiude una sfida ingaggiata da anni, quella che dovrà renderlo parte attiva della comunità trapanese e non soltanto un simbolo, una delle quattro “anime” da esaltare quando in discussione c’è il futuro del capoluogo. I lavori di manutenzione saranno coordinati da una convenzione tra il Comune ed il Flag. L’architetto Giampiero Musmeci ha definito il progetto esecutivo, che è stato approvato dagli uffici del Comune. Gli interventi saranno finanziati dal Flag. Ma il Lazzaretto – una sorta di dogana per chi veniva dal mare, anche un punto Covid, quando il Covid non c’era e tante altre cose – attende ancora di sapere cosa farà da “grande”. Museo, centro nautico, scuola di vela, area teatrale, espositiva. Serve un concorso. D’idee.

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