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Trapani, inizia il “processo politico” contro le Ong del soccorso in mare

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Trapani, inizia il “processo politico” contro le Ong del soccorso in mare

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venerdì 20 Maggio 2022

Il processo vede imputate 21 persone accusate di "favoreggiamento all'ingresso non autorizzato in Italia"

Inizia domani, il 21 maggio, con un’udienza preliminare presso il Tribunale di Trapani, il processo che vede imputate 21 persone impegnate in operazioni di ricerca e soccorso nel mar Mediterraneo.

L’udienza servirà a stabilire se le accuse di “favoreggiamento dell’ingresso non autorizzato in Italia” potranno cadere, o se verrà avviato un dibattimento che potrebbe durare anni e concludersi con una pesante condanna fino a 20 anni di carcere.

Il commento delle Ong Sea-Eye, German Doctors, Refugee Rescue e United4Rescue

“Ventuno soccorritori in mare sono stati accusati penalmente per aver salvato le persone dall’annegamento. Queste misure non devono mai diventare la normalità. Deve sempre ferirci profondamente nei nostri cuori, perché altrimenti perdiamo niente di meno che il diritto umano alla vita”. Lo affermano in una dichiarazione congiunta le Ong Sea-Eye, German Doctors, Refugee Rescue e United4Rescue.

“I soccorritori in mare – prosegue la nota – siederanno sul banco degli imputati come deterrente. L’intero processo con la sua indagine di 5 anni persegue un solo obiettivo: la deterrenza.

Le “accuse” contro l’UE

Dopo che gli Stati membri dell’UE hanno cessato le loro operazioni di soccorso in mare nel Mediterraneo nel 2015, hanno iniziato a bloccare o ostacolare il lavoro salvavita delle organizzazioni di soccorso in mare. Pertanto, le navi di soccorso sono state arrestate e lo sbarco delle persone soccorse è stato ritardato o negato. Tutte queste misure fanno parte di una crudele politica di chiusura che non esita a criminalizzare e perseguire i soccorritori in mare”.

Sea-Eye, German Doctors, Refugee Rescue e United4Rescue “si oppongono fermamente a questa disumana politica di deterrenza e chiedono l’immediata chiusura del procedimento contro i soccorritori. L’Ue deve finalmente sostenere e proteggere le persone in fuga invece di criminalizzarle e rinchiuderle in campi sovraffollati”.

Cosa chiedono le Ong

Per porre fine alle morti nel Mediterraneo le Ong chiedono “l’introduzione di un programma europeo di soccorso in mare e la creazione di passaggi legali e sicuri”. Inoltre, in concomitanza con l’udienza di domani a Trapani, si svolgerà una giornata di azione in Germania, dove i gruppi Sea-Eye e gli attivisti di Seebrücke e altre organizzazioni scenderanno in piazza.

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