Riserva delle Egadi, nuova cultura ambientale - QdS

Riserva delle Egadi, nuova cultura ambientale

Vito Manca

Riserva delle Egadi, nuova cultura ambientale

sabato 30 Gennaio 2021

L’Area Marina Protetta tra tutela ed economia: un salto di qualità nella gestione delle politiche ambientali grazie all’accordo tra il Comune, l’Università di Palermo e Legambiente

TRAPANI – Parola d’ordine: accordo. Con un obiettivo, dichiarato, concreto. Quello di segnare un continuo e progressivo salto di qualità nella gestione delle politiche ambientali, perché in gioco c’è il futuro della più grande Area Marina protetta d’Europa. La Riserva delle Egadi. Non c’è colore politico che tenga. Non ci sono scelte di campo che possano definire scenari alternativi.

Si tratta di un patrimonio inestimabile che va custodito in ogni modo. E l’amministrazione del neo sindaco Francesco Forgione, sul punto, ha subito dimostrato di avere le idee chiare ed in continuità con le iniziative che sono state prese in considerazione nel passato più o meno recente. Accordo, dunque. Accordi di collaborazione. Con l’Università, in particolare. Quello con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche, Chimiche e Farmaceutiche era stato firmato nel 2015 ed aveva una validità di 4 anni. Era arrivato il tempo di rinnovarlo ed è stato rinnovato. Con un programma ben definito: studi e progetti di biologia e di ecologia marina. Ma anche protezione ambientale e sviluppo ecosostenibile.

Con l’Università di Palermo pronta a mettere a disposizione le sue professionalità ed un sistema di conoscenze scientifiche. E con il primo cittadino, il Comune è l’ente gestore della Riserva, ed il direttore dell’Area protetta, Salvatore Livreri Console, pronti a mettere il loro sigillo sul nuovo accordo. Altri 4 anni di collaborazione per fare sempre di più nell’opera di sensibilizzazione della comunità locale, ma anche dei turisti e degli operatori della pesca.
Una rete di comunicazione capace di coniugare educazione ambientale, eventi culturali e prospettive di crescita. Con un piano condiviso ed un’agenda di lavoro.

Nell’arcipelago egadino ci sono quattro zone speciali di conservazione ed una zona di protezione speciale della Rete Natura 2000. Non ci possono essere maglie larghe nella salvaguardia dei siti, ma senza entrare in contrapposizione con le potenzialità economiche che la Riserva manifesta e presenta. Ed è per questo che tra natura ed economia c’è la necessità di porre la scienza come elemento di sintesi.

Un altro accordo di collaborazione, con il Dipartimento di Scienza della Terra e del Mare dell’Università di Palermo va in questa direzione e segna un altro passo avanti per consolidare una nuova cultura ambientale consapevole. Accordi che sono a costo zero per il Comune. Quindi un valore aggiunto per il territorio egadino che, pandemia permettendo, tornerà ad essere punto di riferimento del turismo internazionale e di conseguenza sarà chiamato ad avere ulteriori strumenti di governo di un arcipelago che vuole crescere, mettendo, però, in sicurezza il suo patrimonio ambientale. La strategia degli accordi di collaborazione non poteva tenere fuori dai giochi Legambiente Sicilia. E così è stato. La triangolazione Amministrazione, Riserva ed Associazione porterà “ad azioni comuni per la diffusione della conoscenza dell’Area Protetta”. Accordo che rimane aperto anche ad altri soggetti istituzionali e che punta ad occuparsi di ecosistemi, dialettica ambientale, puntando la sua attenzione su scuole, turisti e fruitori dell’Area Marina Protetta.

E’ un accordo che ha una garanzia in più, che rimanda a due dei “protagonisti” dell’intesa, che si conoscono da anni e che hanno condiviso il loro lavoro alla Fondazione Federico II, oltre che la carica di parlamentare all’Ars. Da un lato il sindaco Forgione, dall’altro il presidente di Legambiente Sicilia Gianfranco Zanna. Un elemento in più per poter vincere la sfida delle Egadi: una nuova cultura ambientale compatibile, anzi legata, a processi economici senza controindicazioni.

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