Trapani Servizi, nuova holding per la gestione rifiuti - QdS

Trapani Servizi, nuova holding per la gestione rifiuti

Vito Manca

Trapani Servizi, nuova holding per la gestione rifiuti

venerdì 03 Luglio 2020

Il progetto promosso dal sindaco Giacomo Tranchida dovrà passare dai consigli comunali. Il Comune mette a disposizione del territorio il 19% delle azioni della società

TRAPANI – I rifiuti sono una risorsa. Affermarlo in Sicilia potrebbe essere azzardato.

La storia dell’intero sistema e delle discariche ha detto spesso altro, chiamando in causa non soltanto la politica ma soprattutto la magistratura, ma a Trapani il sindaco Giacomo Tranchida ha deciso di dirlo a voce alta e con atti concreti. Il Comune mette a disposizione una sua creatura. Si chiama “Trapani Servizi”. C’è dal 2000 ed ha avuto alti e bassi.

Ha subito tanti cambiamenti, tra passi indietro e passi avanti. Ha un capitale sociale di 413.000 euro e come ragione sociale quella della gestione integrata dei servizi d’igiene ambientale. Ha, in particolare, una discarica che sta ampliando, con un nuovo modulo da 4 milioni e 700 mila euro. Ha un impianto di trattamento dei rifiuti in contrada Belvedere e punta a “potenziare la capacità di compostaggio della frazione organica proveniente da raccolta differenziata”, si legge in una relazione che l’ha stimata, perché il Comune, azionista al 100%, è pronto a metterla a cedere parte delle sue azioni al territorio. Tra i progetti in cantiere anche quello di installare “sistemi impiantistici che partendo dai rifiuti organici che producano biometano”.

La “Trapani Servizi” vuole aprire le porte dei suoi impianti ma è anche disponibile a gestire quelli degli altri, come nel caso del Polo tecnologico di Castelvetrano. L’holding pensata da Tranchida sarebbe all’81% ancora del Comune ed al 19% di tutti gli altri Comuni trapanesi e delle due Società di regolamentazione del servizio gestione rifiuti, meglio conosciute come Srr. Le azioni in gioco sono 1.520 su 8.000, per un valore complessivo di 1.328.480 euro.

L’azienda è stata “quotata” dal perito Leonardo Impellizzeri: vale 6.992.000 euro ed ogni azione 874 euro. Il sistema di cessione è stato definito in 80 lotti da 19 azioni ciascuno. E nessuno potrà acquistare più di 20 lotti. Tranchida, lo scorso 19 giugno, ha scritto ai presidenti delle Srr ed ai suoi colleghi sindaci. La sua premessa non poteva essere più diretta: “Al di là delle proprie posizioni politiche, cosi come ribadito in più occasioni e in diverse sedi, ritengo che i sindaci della provincia, ed in particolare i Comuni soci delle Srr Trapani Nord e Sud, debbano fare sistema, nell’interesse del territorio provinciale martoriato e non tenuto debitamente in considerazione dai governi regionali e nazionali succedutisi nel tempo”.

Il sindaco, nella sua nota, aggiunge un particolare di non poco conto, frutto di una modifica statutaria della società, che consentirà alla “Trapani Servizi” anche di “poter esplicare anche ulteriori attività”.

Da qui l’elenco: “Pulizia delle spiagge e del mare, discerbatura, spazzamento di vie e piazze, derattizzazione e disinfestazione, realizzazione di discariche o bonifica delle stesse e dei siti inquinati, cura del verde pubblico, valorizzazione del patrimonio artistico-culturale, traslochi, pulizia e sicurezza degli edifici pubblici e privati, edilizia pubblica e privata, segnaletica ed impianti a verde; reti idrica, fognaria, gas metano, elettrica e del carburante, gestione e riparazione automezzi, sistemi di sicurezza, rilevamenti ambientali, gestione canili e rifugi per ricovero animali, cura dei beni mobili ed immobili in favore dei Comuni e del territorio, oltre a quelle in materia di rifiuti”.

Il sindaco incalza perché il progetto della grande “Trapani Servizi” dovrà passare dai consigli comunali. E la politica potrebbe rivendicare i suoi tempi. Ma per Tranchida il percorso è tracciato e non deve arrestarsi. è garantito dal sistema in house che per il primo cittadino “potrebbe facilitare il pronto intervento operativo dei Comuni in diversi settori”.
Ed allora avanti tutta con le manifestazioni d’interesse e con le delibere consiliari. L’holding punta all’intera Sicilia occidentale. Ma per il momento comincia da Trapani e dal suo territorio.

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