Trinacria Bike Wagon, il progetto per rinnovare il carretto siciliano

Carretto siciliano, tradizione e innovazione si incontrano nel progetto “Trinacria Bike Wagon”

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Carretto siciliano, tradizione e innovazione si incontrano nel progetto “Trinacria Bike Wagon”

Vito Manca  |
venerdì 16 Dicembre 2022

Un progetto che mira a creare un sistema sostenibile dal punto di vista sociale, ambientale ed economico intorno a una delle tradizioni più importanti per l'isola: il carretto siciliano.

Non solo folklore, tradizione e storia. Il carretto siciliano può anche essere futuro e ha già un marchio di fabbrica: “Trinacria Bike Wagon”.

L’obiettivo è dichiarato: trasformare e innovare un mezzo iconico, uno dei simboli della Sicilia. E le idee sono chiare, perché costruite sul campo, con la progettazione.

Trinacria Bike Wagon, progetto per “rinnovare” il carretto siciliano

Il progetto TBW ha anche individuato una città bersaglio, si tratta di Palermo. E nel workshop che si è svolto di recente all’Accademia delle Belle Arti è stato avviato il confronto sulle possibili trasformazioni del carretto siciliano.

Settanta studenti della stessa Accademia e del Liceo Artistico “Catalano”, ma anche artigiani, architetti, designers e creativi si sono messi al lavoro definendo una prima bozza di soluzioni. Così il carretto siciliano è stato trasformato in un nuovo mezzo per il trasporto dei turisti, pure come rimorchio per le biciclette o come strumento per la distruzione e la degustazione del cibo da strada, meglio conosciuto come street food. Cambiamenti che sono stati definiti lasciando rigorosamente intatti i canoni estetici e gli aspetti decorativi del carretto siciliano. La sintesi è sempre stata netta, una sorta di parola d’ordine, quella di unire tradizione e innovazione.

Giglia spiega il percorso del progetto

Aziende, designers e studenti hanno avuto come punto di riferimento tecnico il Product Service System Design. Da un workshop all’altro è stata presa in considerazione anche la necessità di definire una strategia per il brand. Il cerchio si chiuderà con un terzo workshop a gennaio.

La professoressa Agnese Giglia, docente dell’Accademia delle Belle Arti di Palermo ha provato a fare il punto del progetto: “Il percorso di questi 3 workshop nasce dalla necessità d’immaginare quale nuova funzione possa avere il carretto all’interno delle nostre comunità, tra l’altro fortemente segnate dalla pandemia. A partire dunque dalle sue funzioni storiche – mezzo di trasporto per la vendita di beni, di comunicazione e di status attorno a cui si creavano scambi ed affari ed attraverso cui si narravano storie -, e in considerazione del forte bisogno di socializzazione e aggregazione espresso oggi dalle nostre comunità, si è pensato ad un percorso di tre workshop“.

“Ogni workshop sarà incentrato su altrettanti temi centrali per la stessa socializzazione: gioco, food e prossimità, con l’obiettivo di arrivare alla definizione di un carretto che sia un sistema di servizio e un prodotto sostenibile dal punto di vista sociale, ambientale ed economico”.

Socialità, economia e sostenibilità

Ed è proprio sull’aspetto economico che il primo workshop ha voluto sottolineare le potenzialità del progetto. “Il carretto siciliano – si legge in una nota che dà conto dei lavori – sarà sostenibile in termini produttivi, economici ed evocativi. Creerà attorno a sé un sistema sostenibile anche grazie alle declinazioni e alle connessioni che si potranno creare tra gli elementi pittorici e lignei tradizioni e le nuove tecnologie. Una sapiente azione di rinnovamento che si basa sulla moltiplicazione delle attività, sull’incremento di nuove cose realizzabili, con nuove funzioni che potranno durare nel tempo”.

Da qui un’opportunità “per la crescita sia degli artigiani tradizionali e per i nuovi artigiani, che attorno a questo nuovo sistema potranno sviluppare, a loro volta, business”. Il progetto punta dunque a essere, nello stesso tempo, espressione di cambiamento e di novità, che deve però essere ancorata a una solida sostenibilità economica, altrimenti ci sarebbe il rischio di restringerlo soltanto nell’ambito dell’attività accademica.

Il progetto Trinacria Bike Wagon porta la firma dell’Associazione “Lisca Bianca” ed è sostenuto con il contributo della Fondazione “Con il Sud” e dell’Associazione Osservatorio Mestieri d’Arte e ha, tra le altre, anche la partnership della Regione Siciliana.

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