Troina in prima linea per aiutare la gente dell’Ucraina - QdS

Troina in prima linea per aiutare la gente dell’Ucraina

redazione

Troina in prima linea per aiutare la gente dell’Ucraina

giovedì 17 Marzo 2022

Comune al lavoro per “realizzare una gestione unitaria del sistema di aiuti”. Riflettori sulla raccolta di beni non deperibili da inviare e sull’accoglienza dei tanti profughi in arrivo

TROINA (EN) – “Vogliamo promuovere un sistema di raccolta di beni non deperibili che possano essere inviati e riuscire a creare un sistema di accoglienza nella nostra città, probabilmente di medio e lungo periodo, che riguarderà principalmente donne e bambini”. Sono le parole dell’assessore comunale ai Servizi sociali Silvana Romano, che a fronte della drammatica situazione determinatasi in Ucraina ha voluto attivare la macchina comunale e chiamare a raccolta i cittadini desiderosi di dare una mano.

Gestione unitaria del sistema di aiuti

“È necessario evitare di andare in ordine sparso – ha aggiunto – e, come Comune, vogliamo provare a realizzare una gestione unitaria del sistema di aiuti. In questi giorni siamo stati contattati dai parroci, da diversi cittadini e da associazioni che vogliono spendersi in prima persona e con le quali stiamo interagendo e, a breve, renderemo note le modalità operative con cui poter fattivamente sostenere la popolazione ucraina”.

“Nella nostra comunità – ha aggiunto l’assessore Romano – è subito emersa una grande voglia di esprimere una concreta solidarietà e vicinanza alla popolazione ucraina, che non vuole limitarsi alle parole, ma tradursi in qualcosa di fattivo. Siamo in attesa che il Governo dia indicazioni precise su come strutturare le operazioni di aiuto e, intanto, stiamo cercando di farci trovare pronti per non perdere tempo”.

Una sensibilità e un senso dell’accoglienza da sempre noti alla popolazione troinese, come sottolineato anche dal sindaco Fabio Venezia: “Troina è una città aperta e solidale e, coerentemente con la sua lunga tradizione di accoglienza, farà la propria parte manifestando la propria disponibilità a accogliere donne e bambini fuggiti dalla guerra”.

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